Hanno varcato ben tre porte antifuoco e si sono introdotti nel caveau del museo archeologico di Arzachena, dove hanno trafugato reperti di straordinario valore.

È il clamoroso colpo messo a segno al piano interrato della struttura museale di via Mozart. Reperti unici, materiale eccezionale, rientrato di recente in Gallura dopo il lavoro compiuto dai tecnici e dagli esperti del Centro di restauro di Sassari, a Li Punti.

Un furto misterioso, ad opera di una o più persone. Gente che sapeva bene dove andare a cercare quei resti recuperati nel corso di oltre 35 anni di ricerche nel complesso nuragico della Prisgiona, dove le campagne di scavo si erano interrotte una prima volta nel 1961 per poi riprendere nel 1984, andando avanti sino a oggi e contribuendo a ricostruire la storia del territorio di Arzachena.

L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Tempio Pausania e affidata ai carabinieri del reparto territoriale di Olbia, con gli uomini della stazione di Arzachena in prima linea e il supporto del Nucleo di tutela del patrimonio culturale di Cagliari. Difficile avere informazioni, altrettanto difficili le indagini: il museo era chiuso dal 6 aprile, ed è probabile che il furto scoperto alcuni giorni fa sia stato messo a segno dopo quella data.

Non ci sono immagini, le telecamere non erano attive, perciò non sarà un’inchiesta rapida. Complicato anche stabilire esattamente cosa sia stato portato via: non su tutti i reperti presenti nel caveau era stata completata la catalogazione, sarà quindi necessario che agli investigatori si affianchi il lavoro degli esperti del Centro di restauro di Li Punti, degli studiosi che hanno condotto le ricerche e degli operatori del Museo.

Secondo quanto ricostruito sinora, i malviventi hanno rotto una grata, sono entrati, e si sono mossi tra il buio e il silenzio con grande abilità e altrettanta sicurezza.