Il 22 maggio, presso il Tribunale di Sassari, si è conclusa il processo nei confronti di Banca Intesa San Paolo, condannata alla restituzione in favore di un’impresa edile sarda di una somma pari a quasi 59mila euro.

Alla base della condanna l’accertamento di un’illegittima applicazione nel rapporto di conto corrente “di interessi superiori ai tassi soglia, della capitalizzazione trimestrale degli interessi passivi, delle commissioni di massimo scoperto e della contabilizzazione delle valute in giorni diversi da quelle delle effettive operazioni”.

“È stata fatta giustizia”. Questo il commento dell’imprenditore, che ora dice di voler guardare al futuro e continuare a lavorare. “In questi anni ho stretto i denti, e continuerò a farlo senza più affidarmi alle banche. È stato un percorso difficile, ma invito tutti quelli che si trovano nella mia situazione a fare ciò che ho fatto io”.

L’impresa sarda è stata seguita dallo studio di Vittorio Delogu, da anni impegnato nel contrastare l’applicazione di tassi di usura e anatocismo da parte del sistema creditizio. Non è la prima volta che lo studio ottiene risultati positivi, come ad esempio il pignoramento di 230mila euro alla Banca di credito sardo, o ancora, i 113mila euro pignorati sempre a Intesa San Paolo a favore di un noto imprenditore del settore culturale e musicale in Sardegna.