In provincia di Nuoro si cercano strutture destinate alle donne che subiscono violenza nelle proprie abitazioni. I casi di maltrattamento sono aumentati nei mesi del lockdown, ma la paura di tornare nella stessa casa del violento, a causa delle misure anti covid, ha messo le vittime nelle condizioni di non denunciare.

Un argomento affrontato nella Conferenza permanente prevista dal protocollo di intesa per la prevenzione e il contrasto della violenza su donne e minori, presieduta dalla prefetta di Nuoro Anna Aida Bruzzese. Nella riunione, in cui erano presenti tra l’altro la procuratrice di Nuoro Patrizia Castaldini, le procuratrici dei minori di Cagliari e Sassari Anna Cau ed Elena Maria Grazia Pitzorno, la presidente provinciale di Onda Rosa Luisanna Porcu, la Assl, i sindaci e i dirigenti delle forze dell’ordine, si è fatto il punto sull’operatività della rete interistituzionale.

E’ stata Luisanna Porcu a spiegare che “l’incidenza della violenza domestica è aumentata, ma la carenza di residenze protette non ha incentivato la scelta di denunciare la violenza”.

Un problema messo in evidenza da tutti gli interventi. Per questo a prefetta Bruzzese ha invitato i Comuni “a procedere all’individuazione di soluzioni alloggiative da destinare alle situazioni affrontate, come residence o strutture ricettive, case inutilizzate nei paesi colpiti dallo spopolamento. Una volta verificatane l’idoneità – ha annunciato – verranno attivati possibili percorsi progettuali che possano avvalersi di finanziamenti a livello statale, del Ministero delle Pari Opportunità o regionale”.