Un bambino di 11 anni era stato segregato e maltrattato nella villetta di famiglia ad Arzachena, in Costa Smeralda, dai genitori e dalla zia, per poi essere liberato la scorsa estate dai Carabinieri del Reparto territoriale di Olbia, dopo che il piccolo aveva mandato una richiesta di aiuto tramite telefono ai militari.

Per i parenti coinvolti nel tragico episodio i pm hanno chiesto una condanna a 12 anni di carcere.

I fatti:

Il bimbo, durante la reclusione, era stato sottoposto a torture fisiche e psicologiche, descritte dettagliatamente nel diario segreto che il piccolo nascondeva in camera. Le punizioni sistematiche consistevano nella segregazione in camera per ore, al buio, senza il materasso, e con un secchio per fare i bisogni. Il piccolo veniva anche picchiato e gli venivano fatte ascoltare delle voci preregistrate per spaventarlo.

L’epilogo

I genitori erano stati subito arrestati, mentre la zia era finita in carcere alla fine dello scorso anno. I tre imputati, difesi dagli avvocati Marzio Altana e Alberto Sechi e Angelo Merlini, hanno ammesso le loro colpe e si trovano agli arresti domiciliari. Il processo è stato aggiornato al 15 giugno per le arringhe della difesa, poi il 22 le repliche e molto probabilmente anche la sentenza.