“Sono trascorsi 74 anni da quel 2 giugno del 46, che sancì la fine di una monarchia dispotica e rapace che aveva prima consegnato l’Italia al fascismo e poi condotto il popolo italiano nella sciagurata seconda guerra mondiale”, scrivono in una nota i militanti del Cagliari Social Forum – “Una data storica, da non dimenticare e noi non vogliamo dimenticare i principi ispiratori che spinsero tanti italiani a votare contro la monarchia e per la repubblica. Erano principi di solidarietà, aneliti di pace, voglia di affrancamento dai bisogni, quelli che animavano i nostri padri e nonni che avevano deciso di lottare contro il fascismo prima e votare per la Repubblica dopo.”.

“A 74 anni di distanza ci tocca constatare quante di quelle aspirazioni sono state travisate e tradite, quella che doveva essere la festa della Repubblica democratica e fondata sul lavoro viene celebrata con funamboleschi voli tricolorati atti ad inquinare, come se ce ne fosse bisogno, ancor di più la nostra aria” – prosegue il Cagliari Social Forum – Questo succede mentre le scuole rimangono chiuse perché non si riesce a tenere alcuna attività didattica in sicurezza, interi reparti ospedalieri rimangono inutilizzati o per mancanza di personale o per mancanza di presidi di sicurezza, mentre decine di migliaia di famiglie sono costrette ad elemosinare un contributo da enti caritatevoli visto che lo stato italiano non riesce ad elargire loro il giusto sussidio”.

“Intanto nei nostri ospedali la precarizzazione dei rapporti di lavoro impera, in questa data noi continuiamo a ribadire che le spese militari non sono solo inutili ma dannose, che le missioni umanitarie sono vere e proprie missioni di guerra, e per questo chiediamo con forza la smilitarizzazione della Sardegna, lo stop alla fabbricazione di armi, l’Uscita dell’Italia dalla Nato, siamo contrari alla chiusura dei piccoli ospedali, chiediamo che siano rinforzati e creati, dove non esistono, presidi sanitari come i poliambulatori e venga diffusa una medicina di prevenzione capillare poiché ‘prevenire è sempre meglio che curare'”.

“Vogliamo una scuola non asservita a logiche aziendali ma che sia fucina per generazioni di giovani pensanti che non siano costretti a vivere la “scuola” in classi pollaio e non si debba ripiegare sulla didattica a distanza anche per il prossimo anno scolastico Vogliamo una ricerca libera che non risponda a logiche di lobby e che non sia soggetta al ricatto della precarietà”, conclude la nota del Social Forum che ha promosso un presidio di protesta martedì 2 Giugno in piazza Yenne alle ore 10,00.