“Non vedevo l’ora, ho preso il primo aereo del primo giorno, speriamo che da qui ora tutto ricominci normalmente”. Il qui è la Costa Smeralda, paradiso delle vacanze esclusive e di molte seconde case, ville e villette incastonate tra la macchia mediterranea, spesso firmate da architetti e arredatori di fama mondiale. Chi “non vedeva l’ora”, invece, è una turista romana con casa in Costa: è stata lei, tra le primissime, a battezzare questa mattina la stagione turistica all’aeroporto di Olbia. Pochissimi gli arrivi con finalità vacanze, quattro in tutto, compresa una coppia. E tutti di Roma con seconde case nel nord Sardegna. Solo nel tardo pomeriggio infatti atterreranno gli aerei partiti da Malpensa. Ma per vedere il primo vero afflusso massiccio di turisti in Sardegna bisognerà aspettare il 13 giugno, quando si volerà per l’Isola da tutti gli aeroporti nazionali, non solo quindi gli attuali collegamenti di continuità territoriale con Roma e Milano.

“È andato tutto bene, nessuna difficoltà né a Fiumicino né qui”, conferma un altro passeggero con evidente accento capitolino mentre lascia di corsa lo scalo olbiese e si dirige verso la sua casa al mare, a Golfo Aranci. “Devo aprirla e sistemarla un pò, poi arriverà anche la famiglia”, dice. Anche per lui la fine di un incubo. E il commento si ripete: “Non vedevamo l’ora”. Capienza ridotta di un terzo, voli prenotati da tempo dai residenti o emigrati sardi per potersi ricongiungere ai loro cari e alla loro terra, le presenze turistiche per ora si contano sulle dita di una mano. E tra i pochi ospiti non manca chi si lamenta per la confusione delle informazioni che si sono alternate in questi ultimi giorni.

“È stato davvero difficile capire sino all’ultimo se saremmo potuti arrivare”, è la riflessione della coppia atterrata con il primo volo Alitalia che ha toccato la nuova pista di Olbia, rifatta poco prima del lockdown, e che garantirà la continuità territoriale dopo l’addio di AirItaly. “L’autocertificazione o la registrazione? Potrebbero essere un buon compromesso purché – spiegano – non si debba ammattire per capire dove e come reperire la modulistica”. Il sistema messo a punto dalla Regione per aprire la Sardegna in sicurezza avrà bisogno di un po’ di rodaggio. L’ordinanza firmata la scorsa notte dal governatore Christian Solinas prevede l’obbligo di registrazione sulla piattaforma informatica regionale, la compilazione volontaria di un questionario epidemiologico, il tracciamento con una app e un bonus-voucher da spendere in Sardegna per il turista che deciderà autonomamente di sottoporsi al test e certificare la sua negatività al Covid.

I vacanzieri, dunque, stanno arrivando alla spicciolata, puntando in questo primo scorcio di estate a riaprire le seconde case di proprietà. “Qualcosa inizierà a vedersi dopo il 15 giugno – conferma all’ANSA il presidente regionale di Federalberghi Paolo Manca – Sono ancora pochi, infatti, gli hotel aperti, e soprattutto in città, lungo le coste se ne riparlerà dalla prossima settimana”. Una stagione, quella alberghiera 2020, che difficilmente si potrà raddrizzare con i fatturati degli anni scorsi.

“Tra maggio e giugno – ricorda Manca – le cancellazioni sono arrivate anche al 100%. Attualmente abbiamo conferme del 15-20% per luglio e agosto, ma solo perché il mercato è stato congelato sino ad oggi in attesa della riapertura. Se solitamente al 31 maggio avevamo il 65% delle prenotazioni per l’estate, oggi siamo sotto il 20% – sottolinea il numero uno degli albergatori sardi – questo significa che la partita si gioca nelle prossime settimane, davvero decisive per determinare l’andamento della stagione 2020”.