Per l’omicidio di Giancarmine Podda, 30 anni, ucciso a Capoterra nel 2010 con due fucilate negli anni si sono celebrati due processi, conclusi con tre assoluzioni: il primo aveva seguito una pista legata al mondo della droga, il secondo si era concentrato su un movente passionale.

Ora, a dieci anni di distanza, la sorella del trentenne ucciso davanti al Bar Baraonda, Francesca Podda – attraverso l’avvocata Sabrina Rondinelli – ha presentato alla Procura di Cagliari un’istanza di riapertura delle indagini chiedendo nuovamente anche la riesumazione del corpo del giovane che, dopo l’omicidio, era già stato sottoposto ad autopsia. “Abbiamo chiesto che vengano riaperte le indagini – spiega l’avvocata del foro di Roma – ed in particolare che ci si concentri sulle frequentazioni dell’ultimo periodo, soprattutto di quelle femminili”.

Di più la legale della sorella del giovane manovale non dice, ma è chiaro che si punti ancora al movente “passionale”. In particolare, a quanto pare, l’istanza punterebbe su due uomini e una donna. Ora la parola passerà alla Procuratrice Maria Alessandra Pelagatti che dovrà decidere se riaprire il fascicolo d’indagine che, dal giorno dell’omicidio, era stato assegnato al sostituto Alessandro Pili.