Le audizioni in commissione sulla riforma della sanità, per la quale è previsto il via libera del Consiglio entro luglio, proseguono: sentiti l’Anci, i sindacati del comparto, la rettrice dell’Università di Cagliari Maria Del Zompo, gli ordini di medici, infermieri e psicologi.

Il presidente dell’associazione dei Comuni Emiliano Deiana ha dichiarato che la riforma dovrà tenere conto “delle caratteristiche dell’intero territorio regionale e gli atti aziendali dovranno essere frutto di un processo di condivisione con i territori. Il testo unico prevede il ripristino di otto Asl con personalità giuridica, e l’Ares (Azienda regionale della salute) prenderà il posto della Asl Unica ovviamente con poteri molto limitati. Anche se oggi le sigle hanno sottolineato che “sembra che con l’Ares si voglia ripercorrere la stessa strada, vanificando ogni azione di potenziamento della sanità territoriale”.

Del Zompo ha fatto notare che “la capacità di attrarre finanziamenti delle aziende ospedaliero universitarie dipendono anche dal ruolo svolto da queste strutture nel campo dell’assistenza, che però non è governato dagli atenei ma dipende dalla sanità”. E che “senza finanziamenti adeguati e senza un numero di posti letto in linea con norme attuali, ha paventato la Del Zompo, le aziende rischiano di perdere opportunità importanti a livello finanziario e professionale”. Anche l’ordine dei medici ha chiarito che “va superata l’esperienza centralista dell’Ats, senza cedere a tentazioni di continuità con l’Ares”. Ugualmente, gli infermieri hanno suggerito di definire con chiarezza le funzioni dell’Ares limitandole a quelle amministrative. Per i dirigenti Fedirets, infine, “bisogna decidere se si vuole davvero il decentramento perché, se come pare si intende restare a metà strada con l’Ares, il sistema non funzionerà”.