Come sono morti i tre pescatori della Nuova Iside, il peschereccio palermitano scomparso la notte tra il 12 e il 13 maggio scorso?

Giulio Golia e Francesca Di Stefano delle Iene hanno indagano sul ruolo della petroliera Vulcanello, che sarebbe passata sulla rotta del peschereccio proprio mentre di lui si perdeva ogni traccia.

A seguito del servizio di Mediaset, la petroliera Vulcanello è stata sequestrata dalla Procura di Palermo e due ufficiali, un cittadino italiano e uno straniero, sono iscritti nel registro degli indagati, come riportato da Repubblica, con l’accusa di omicidio colposo, sommersione di nave e omesso soccorso.

Giulio Golia aveva raccontato dell’indagine svolta da due giornalisti di Repubblica, che analizzando il sito Marine traffic, che consente di tracciare le rotte delle imbarcazioni di tutto il mondo, trovano traccia di una petroliera lunga 116 metri, battente bandiera italiana, che proprio in quella notte, passa dove si sarebbe trovata la Nuova Iside.

La notte fra il 12 e il 13 maggio scorso infatti, la petroliera era in navigazione nelle acque tra San Vito lo Capo e Ustica, in Sicilia, quel tratto che il segnale del blue box della “Nuova Iside” indica come l’ultima traccia certa del peschereccio, a bordo del quale c’erano tre uomini. 

Il sequestro da parte della Procura punta a far effettuare un accertamento tecnico irripetibile sull’imbarcazione battente bandiera di Panama e che al momento si trova nel porto siciliano di Augusta.

Il sospetto, avanzato da amici e familiari di Vito, Giuseppe e Matteo Lo Iacono, è che ci sia stata una collisione tra la petroliera Vulcanello e la “Nuova Iside”, a seguito della quale il peschereccio di Terrasini sarebbe affondato.

L’avvocato della famiglia racconta che inizialmente non è stata effettuata l’autopsia sul corpo di Matteo e che l’hanno espressamente richiesta, “perché sulla sua nuca è possibile individuare un trauma cranico, un colpo perfettamente compatibile con un colpo che l’imbarcazione avrebbe ricevuto e che avrebbe portato Matteo a cadere all’indietro”. A porre più di un dubbio anche il fatto che, al momento del ritrovamento in mare, uno dei tre indossasse la felpa e questo lascia pensare che l’incidente sia avvenuto di notte. Un’ipotesi, questa, che sarebbe sostenuta anche dall’orario dei messaggi non letti e dal fatto che il segnale del blue box delle 23.45, che ogni due ore esatte manda il segnale della posizione della barca alla capitaneria di porto, non è stato mandato. “È stato un evento improvviso e fulmineo, avvenuto tra le 22.33 e le 23.45”, sostiene il legale. Talmente fulmineo, a quanto sembra, che nessuno dei tanti sistemi di allarme presenti sul peschereccio sono stati attivati. L’unica traccia rimasta, il segnale del blue box mandato alle 21.45, li dava 12 miglia a nord di Capo San Vito, proprio lungo la rotta effettuata dalla petroliera Vulcanello.