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Il movimento “Donne libere in lotta per il diritto alla salute” ha presentato un esposto alla Procura di Sassari per denunciare “la negazione del diritto dei sardi alla salute”. Infatti, nell’atto depositato ieri, grazie all’avvocato Michele Zuddas, il movimento delle donne ha voluto evidenziare “le tante criticità legate alla gestione delle strutture di sanità pubblica a Sassari e provincia, nonché i problemi comuni a tutta la Sardegna”.

Durante il periodo di lockdown, il comitato non si è mai fermato. “Abbiamo raccolto decine di segnalazioni sull’impossibilità di eseguire i controlli programmati e altri urgenti per l’improvvisa chiusura degli ambulatori. Spesso non ci hanno neanche avvisato – rincarano – l’abbiamo saputo presentandoci negli ambulatori e dopo ore di fila”. Addirittura, “alle rare telefonate per avvisarci del blocco dei controlli è seguito il silenzio sul possibile nuovo appuntamento”. Le mancate visite hanno interessato non solo le pazienti oncologiche senologiche, ma tutti coloro che soffrono di gravi patologie: cardiopatici, nefropatici, diabetici, persone con sclerosi multipla, Sla, insufficienza respiratoria.

“Nessuno sa quale sia il nostro destino e quali e quanti danni abbia prodotto la sospensione dei controlli – denunciano – abbiamo appreso dai media o per telefono che è già stata predisposta la riattivazione del servizio, ma nel caso di alcuni delicati settori non è vero”.

“Mancate cure, cattiva gestione e assenza di servizi sono stati spesso segnalati ai vertici dell’Aou e dell’Ats con mail, whatsapp e comunicati stampa rimasti inascoltati – spiega il movimento – nonostante sit-in, flash mob, manifestazioni, conferenze stampa, convegni e segnalazioni in Procura”. Quindi, ora, “ci spieghino perché qua è stato chiuso tutto all’improvviso, mentre in Regioni con una situazione più compromessa dal punto di vista del contagio Covid non è successo”.

Il post sulla pagina Facebook del movimento ‘Donne Libere in Lotta per il Diritto alla Salute’