Si conoscerà il 3 luglio la sentenza della Corte d’assise d’appello di Sassari contro Alberto Cubeddu, il giovane di Ozieri già condannato in primo grado all’ergastolo per il duplice omicidio di Gianluca Monni e Stefano Masala. Monni, 18 anni, era stato ucciso l’8 maggio del 2015 a Orune, alla fermata dell’autobus che stava aspettando per andare a scuola. Masala invece – che di anni ne aveva 27 – era scomparso il giorno prima dal suo paese, Nule, e il suo cadavere non è mai stato trovato. Oggi si sono concluse le arringhe degli avvocati difensori con l’intervento di Patrizio Rovelli.

Il legale ha insistito sulla inattendibilità del supertestimone Alessandro Taras, le cui dichiarazioni hanno inchiodato Cubeddu e il cugino Enrico Pinna, minorenne all’epoca di fatti e condannato in via definitiva a 20 anni di carcere. Nelle precedenti udienze, la Procura generale e gli avvocati di parti civile hanno chiesto per l’imputato la conferma dell’ergastolo. Il processo è stato aggiornato a venerdì 3 luglio per la conclusione del dibattimento.

Dopo le eventuali controrepliche del pg e delle parti civili la Corte, presieduta da Plinia Azzena, si ritirerà in camera di consiglio per il verdetto. Nelle motivazioni della sentenza di primo grado, il presidente della Corte d’assise di Nuoro, Giorgio Cannas, ha riconosciuto come movente, nel caso dell’omicidio di Monni, la vendetta maturata per ‘risarcire’ Pinna di un pestaggio avvenuto alle Cortes apertas di Orune e, nel caso di Masala, la volontà di fare ricadere su di lui la responsabilità del delitto.