La lotta ai rifiuti gettati nei mari non si ferma. Ad esempio, pochi giorni fa a Cagliari dei pescatori si sono ritrovati nelle reti tre scaldabagni. Che fine fanno, poi questi rifiuti? Per questo motivo, per combattere l’inquinamento marino,  pescatori hanno deciso di raccogliere bottiglie e buste e di depositare, successivamente,  tutto il materiale nelle isole ecologiche.

Saranno protagonisti circa 16 pescherecci provenienti da tutta la Sardegna. La fase di sperimentazione del progetto si chiama “Flags” e si occupa di raccolta e conferimento di rifiuti trovati in acqua. La squadra è composta dall’Università di Cagliari e dai Flag (Fisheries local action groups) di tutta la Sardegna. Si cercherà di recuperare tutta la spazzatura in mare: “L’80%, ha spiegato il presidente di Flag nord Sardegna Benedetto Sechi, arriva dai fiumi”, ma si punterà soprattutto sugli attrezzi da pesca dispersi o abbandonati. Un’altra finalità del progetto è quella di dotare i porti di isole ecologiche e a dare ai pescherecci tutte le attrezzature per la raccolta e lo stoccaggio dei rifiuti.

“Importante – ha detto Alessandro Cau, responsabile scientifico del progetto presentando l’iniziativa ai giornalisti – monitorare e cercare di capire quanti rifiuti ci sono in mare”. I porti che verranno coinvolti  nell’iniziativa ecologica sono: La Caletta, Cagliari (già appaltati i lavori per l’isola ecologica, ha annunciato Renato Murgia, presidente Flag Sardegna orientale), Villasimius, Sant’Antioco e Calasetta, Torregrande, Golfo Aranci, Porto Torres. Solo nelle due isolette di Sant’Antioco e Calasetta saranno complessivamente otto i pescherecci impegnati nella raccolta. E parteciperanno anche a un contest chiamato “Marine litter awards” che, con video e foto, testimonierà l’attività di recupero.

“Ricordiamo che il problema della plastica in mare non è solo una questione estetica – ha sottolineato Mauro Tuzzolino, del Flag della Sardegna centro occidentale – i materiali infatti diventano microplastiche che vengono ingeriti dalla fauna marina, diventando poi un problema di salute pubblica”. Da approfondire e risolvere – è stato sottolineato dagli esperti – l’aspetto normativo dello smaltimento dei rifiuti in mare cercando una sponda nelle amministratori comunali. “Il pescatore non va considerato un ‘predatore’ – ha chiarito Nicoletta Piras, anche lei Flag sud occidentale – ma un custode del mare. Grazia a loro raccoglieremo i dati e li metteremo a disposizione della comunità”.