Il Comitato ‘Rumore no grazie’ di Cagliari è di nuovo sul piede di guerra. Secondo quanto riporta con un comunicato stampa il presidente del comitato, Enrico Marras, “il Consiglio comunale ha approvato la ‘Modifica al Regolamento per le occupazioni di suolo pubblico a servizio di pubblici esercizi e attività commerciali nella centrale piazza Yenne e nel largo Carlo Felice’: si tratta di un’area urbana funestata da grave inquinamento acustico per la quale esiste già dal 2013 l’obbligo di risanamento per gli effetti deleteri che il rumore esercita sulla salute dei residenti e sull’ambiente. Obbligo sino ad oggi disatteso”.

“Il rumore uccide ed è causa di malattie gravi e invalidanti – continua il comitato – Di fronte a questa terribile verità, il Governo civico e purtroppo anche l’Assemblea comunale anziché provvedere con tempestività e urgenza ad assumere i provvedimenti per mettere al sicuro la vita e la salute di tanti bambini, madri, anziani, malati non trovano di meglio che procrastinare e aggravare le condizioni di disagio e di sofferenza in cui da anni sono costretti a vivere. Questa città sembra ormai aver perso persino ogni barlume di umana e cristiana pietà”.

Nel provvedimento, scrive Marras, si legge che “il livello di rumore […] dovrebbe diminuire considerevolmente rispetto ai valori rilevati nell’ultimo monitoraggio associato al piano di risanamento acustico”.

Per il Comitato Rumore no grazie si tratta “di un’affermazione destituita di ogni sostanziale verità”.

“Infatti se mettessimo quattro commensali attorno a un tavolo otterremo un livello di rumore misurato a un metro dalla fonte (come da legge) di circa 68 decibel, se invece dividessimo i commensali a due a due su due tavoli distanti tra di loro di un metro il rilevamento fonometrico, mediano tra le due fonti, ci darebbe un risultato pressoché identico a quello precedente. La verità è che siamo di fronte ad affermazioni destituite di ogni sostanziale fondamento che prescindono, con grave responsabilità di chi le sottoscrive, dal fatto che l’area interessata è stata certificata in criticità acustica dal 2013 e in emergenza sanitaria dal 2016”.

“Il richiamo che il provvedimento fa ai valori (di rumore) rilevati nell’ultimo monitoraggio associato al piano di risanamento acustico” continua la nota “senza indicare la data del 31 marzo 2017 (omissione forse non casuale), avrebbe dovuto mettere in guardia dal fatto che il provvedimento atteso a norma di legge e a tutela della vita e dell’ambiente, non poteva essere certo un aumento del numero dei tavoli. Oltre tutto palese manifestazione di poche idee sullo sviluppo e la qualificazione dell’economia urbana. In realtà i provvedimenti attesi da anni e richiesti dal rispetto delle norme di merito sono un’ordinanza contingibile ed urgente, il Piano di Risanamento Acustico, e la rimozione parziale o totale delle attività economiche inquinanti come indicato dai giudici amministrativi nella Sentenza di condanna del Comune di Cagliari per inquinamento acustico del 2015”.

“È il caso di ricordare che proprio nella piazza Yenne, al centro della modifica del ‘Regolamento’, i rilevamenti fonometrici richiamati dallo stesso hanno certificato il 31 marzo 2017 (quindi non certo in piena estate), all’altezza dell’obelisco, un livello di rumore notturno pari a 69,9 decibel rispetto a quello massimo consentito (45 decibel). Un disastro che funesta l’esistenza di chi vi abita vicino. Ancora una volta non siamo stati consultati sul merito del provvedimento con palese violazione del diritto all’informazione ambientale garantito da disposizioni comunitarie e nazionali. Estraniare i cittadini dai processi di formazione delle decisioni di governo della città è un brutto andazzo foriero solo di negatività. Confidiamo in un rientro nella retta via dei valori costituzionali della democrazia partecipata”.