“Mi dispiace per gli operatori, loro non c’entrano, ma farò una telefonata al giorno al Cup per ottenere al più presto quella benedetta visita”. E’ l’allarme, lanciato sui social network da paziente che ha avuto lo scorso anno problemi oncologici circa la situazione della sanità e più nello specifico delle liste d’attesa, nella nostra regione.

Il via libera alle visite specialistiche nelle strutture pubbliche è stato già dato, ma o le procedure tecniche per la ripresa sono lunghe anche per i necessari accorgimenti sanitari, oppure nel frattempo si è formata una fila lunghissima. Il messaggio della paziente è chiaro: c’e il Covid, ma c’e anche il cancro. La visita, richiesta la scorsa estate, era stata rinviata di dodici mesi. Solo che ora della riprogrammazione ad agosto- questo il racconto della paziente- non c’è più traccia perché il coronavirus ha sconvolto tutti i piani. E non c’è una data. Giusto uno spiraglio: provi a richiamare, magari si libera, qualche posto. Di qui la promessa della paziente: chiamerò ogni giorno. E ora arriva la denuncia di Francesco Agus, capogruppo Progressisti e componente Commissione Sanità del Consiglio regionale.

“La ripartenza a pieno regime delle strutture sanitarie – denuncia – è necessaria per evitare l’aggravarsi di patologie trascurate durante il lockdown in pazienti a rischio. Per questo non può non allarmare il fatto che in diversi reparti ospedalieri il numero di ricoveri sia ancora contingentato, esattamente come avveniva durante la fase acuta dell’epidemia”. E cita l’esempio dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari: “Il reparto di Medicina interna (30 posti letto disponibili)- spiega- non ospita più di 19 pazienti, in Ortopedia la disponibilità è scesa da 24 a 16, in Geriatria da 23 a 12. E’ evidente, quindi, che con un taglio dal 30% al 50% dei posti disponibili nei reparti ospedalieri non si può parlare di ripresa delle attività ordinarie, ma si può solo prendere atto che la riprogrammazione delle attività sanitarie post-covid si sta compiendo attraverso una drastica diminuzione delle prestazioni sanitarie pubbliche”. I Progressisti presenteranno un’interrogazione all’assessore della Sanità Mario Nieddu.