foto ansa

Nessuna festa per il 60esimo anniversario della nascita dell’ospedale San Camillo di Sorgono, solo le fasce tricolore dei sindaci del territorio listate a lutto. È questa la protesta portata avanti dai primi cittadini della Barbagia Mandrolisai, a seguito dei tagli degli ultimi anni. I paesi che amministrano contano infatti 15mila abitanti e si trovano in un angolo della Sardegna interna molto lontano dalle altre strutture ospedaliere.

“Avremmo dovuto festeggiare il 60/o anniversario con un ospedale rinvigorito e vitale per il territorio, ma festeggiamo un malato morente depotenziato anche dei servizi minimi – attacca Cristina Sedda, sindaca di Ovodda -. Chiediamo alla Regione che l’ospedale sia potenziato per metterci nelle condizioni di avere un punto di riferimento per la salute dei cittadini non una scatola vuota senza nessun servizio”.

“Vogliamo un Pronto soccorso efficiente, il reparto di chirurgia e radiologia attivi, un punto assistenza per le partorienti e tanti altri servizi che ora non abbiamo – ha aggiunto il sindaco di Sorgono Giovanni Arru – Per questo abbiamo scritto un documento da portare all’assessorato alla Sanità: vogliamo essere ricevuti e ascoltati. Abbiamo bisogno di un presidio ospedaliero così come lo abbiamo conosciuto”.

Gualtiero Mameli, sindaco di Aritzo, conclude: “Chiediamo che venga applicato il protocollo previsto dalla legge di riordino dei presidi ospedalieri della zona interna. Vanno garantiti i servizi sanitari essenziali, non è possibile andare sempre al primo ospedale disponibile che è quello di Nuoro e che dista da qui almeno un’ora e mezzo vista l’orografia delle strade. La Regione ci dia le risposte che cerchiamo”.