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Da giovedì 2 luglio, quando è arrivato il verdetto definitivo della condanna a 30 anni per traffico di droga, Graziano Mesina è irreperibile.

Sparito nel nulla dalla sua casa di Orgosolo. Sono passate due settimane da quel giorno e l’ultima ad averlo visto è stata l’avvocata Maria Luisa Vernier che è stata con lui fino alle 16, poi nessuno lo ha più visto né sentito. Quattordici giorni di ricerche per i carabinieri del Comando provinciale di Nuoro che hanno perlustrato tutta la provincia e in particolare il suo paese, dove sono entrati casa per casa, ovile per ovile. Battute anche in Gallura dove vivono i nipoti, il Goceano dove alcuni pastori di Orgosolo hanno l’azienda, l’Ogliastra e il cagliaritano, ma di “Grazianeddu” nessuna traccia.

Le due avvocate Maria Luisa Vernier e Beatrice Goddi (che ha discusso la causa in corte di Cassazione poche ore prima della sentenza) non parlano. In silenzio anche i cittadini di Orgosolo che nell’ultimo anno – dopo che era stato scarcerato per decorrenza di termini – vedevano Mesina passeggiare nella strada principale tutti i giorni per l’appuntamento della firma nella stazione dei Carabinieri. “Da due settimane siamo sotto assedio – dicono in tanti senza voler rivelare il nome – I posti di blocco fermano i nostri mezzi a tutte le ore e molte case vengono perquisite senza che i proprietari abbiano mai avuto a che fare con Mesina. Capiamo il lavoro delle forze dell’ordine ma noi iniziamo ad essere stanchi”. L’ ex primula rossa del Supramonte dopo una vita avventurosa fatta di latitanza, arresti e fughe rocambolesche dalle carceri, a 78 anni suonati sembra essersi dissolto nel nulla. Non si tralasciano le piste che possono averlo portato all’estero: per esempio nella vicina Corsica per alcuni, nel nord dell’Africa per altri. Chi lo conosce bene però è pronto a scommettere che Mesina non si è allontanato di molto da Orgosolo.