La Sottosegretaria allo Sviluppo economico, Alessandra Todde, si trova in Sardegna, dove è stata protagonista di un incontro nella fabbrica di Eurallumina, con Invitalia, regione e sindacati per discutere dei tempi e del piano per il rilancio della produzione di alluminio.

La Sottosegretaria si è dedicata prima a una sosta con la sindaca di Carbonia, poi all’incontro in azienda e infine ha parlato con i lavoratori Sider Alloys al presidio davanti allo stabilimento che, dopo la firma sul contratto con l’Enel per la fornitura di energia, potrebbe riaprire dopo il revamping dello smelter, ora di proprietà della multinazionale svizzera dopo il passaggio dall’Alcoa.

Sul piatto di cono circa 150 milioni di investimento che dovrebbero riportare a lavoro circa 500 operati tra lavoratori diretti e indiretti. Ora resta da capire cosa prevede il piano industriale della multinazionale svizzera e quali saranno i tempi del riavvio. Oggi La Nuova Sardegna ha ipotizzato che serviranno poco più di due anni per rimettere in moto l’impianto chiuso nel 2012, ma sarà solo dopo la riunione di oggi che si inizieranno a mettere le basi per la ripartenza.

“I lavoratori di Sider Alloys hanno vissuto in questi anni una situazione difficilissima, compiendo sforzi enormi. Ho sempre fatto presente che tali sforzi dovevano essere concretizzati nel più breve tempo possibile, così da chiudere finalmente una vertenza lunga e complessa. La Sardegna riparte”, scrive su Facebook la sottosegretaria allo Sviluppo Economico Alessandra Todde, al termine dell’incontro con gli operai della fabbrica.

Bene la firma per il contratto di fornitura di energia per Sider Alloys, ma ora occorre vigiliare perchè tutti i lavoratori possano rientrare in fabbtica. E’ la politica dei piccoli passi, uno dietrio l’altro, quella dei sindacati che oggi hanno anche incontrato l’azienda per parlare del reeintegro degli operai che che attualmente sono in cassa integrazione o in mobilità.

E’ questa, in estrema sintesi, la posizione espressa dai rappresentanti dei metalmeccanici al presidio permenente davanti allo smelter di Portovesme, nel Sulcis. Secondo Rino Barca della Fsm Cisl, “la sottosegretaria è di poche parole e passa direttamente ai fatti. In pochi mesi è riuscita a fare quello che non si è fatto in de anni, ma non è finita: ora abbiamo l’energia per ripartire, ma i lavoratori sono fuori. Bisogna cominciare a pensare come far rientrare dentro gli operai in maniera graduale. Agli inizi di settembre, prima del 7, ci sarà un incontro tecnico al Mise dove si parlerà nel dettaglio del piano industriale per il riavvio dell’impianto – ha osservato – Sia chiaro che per fare questo devono essere reintegrati tutti i lavoratori: noi non vogliamo gioire ora per l’energia, ma saremo contenti quando rientreranno tutti i dipendenti. Solo allora potremo dire che la battaglia è stata vinta”.

“Se questo sito è ancora oggi in piedi è grazie ai lavoratori, noi quindi non molleremo fino a quando l’ultimo lavoratore sarà rientrato a lavoro – ha detto Renato Tocco della Uil – È un problema da risolvere, perchè quando l’azienda partirà a pieno regime, mancheranno le figure professionali “Oggi è una giornata importante, abbiamo messo il primo mattoncino per raggiungere l’obiettivo finale. Non è finita – ha spiegato terzo sindacalista Bruno Usai della Fiom Cgil – forse in molti oggi si aspettavano tutte le risposte che stiamo aspettando da troppo tempo, non è così. Ma in prospettiva le cose stanno cambiando: Ma per mettere fine a questa vertenza dobbiamo restare uniti”.

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Sider Alloys, Todde (Mise) incontra i lavoratori a Portovesme