Mentre la Sardegna si appresta a tornare una Caienna di Stato per detenuti mafiosi, camorristi e ndranghetisti in 41 bis e Alta sicurezza, stamani il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Bernardo Petralia e il suo Vice Roberto Tartaglia, proprio per questi motivi hanno visitato le carceri di Nuoro e Cagliari. Nonostante le organizzazioni sindacali avessero chiesto in largo anticipo un incontro, a margine degli impegni istituzionali, per analizzare le difficoltà che il personale di Polizia Penitenziaria deve affrontare quotidianamente in regione, i due hanno letteralmente ignorato tale richiesta.

“A nostro avviso – spiega Giovanni Villa, spiega una nota congiunta dei sindacati Fns Cisl, Sappe, Osapp, Uil Pa PP, Sinappe, Uspp, Cnpp e Cgil – ha perso un’occasione per confrontarsi e di conoscere le vere esigenze operative del personale, avrebbe avuto modo di conoscere l’annosa mancata assegnazione dei repartini detentivi ospedalieri, dei posti di Polizia Penitenziaria negli aeroporti, la mancanza di strumenti per localizzare i microcellulari negli istituti e poteva riferire il motivo per cui permangono gli arretrati dei pagamenti delle competenze come gli straordinari e le indennità di missione, in arretrato ormai da anni. Intanto – proseguono i sindacati – continuano ad essere assegnati in regione detenuti che nella penisola si sono rivelati ingestibili, hanno aggredito il personale o si sono resi protagonisti di rivolte ed hanno fomentato evasioni e disordini, se effettivamente a breve arriverà l’incremento dei detenuti appartenenti al 41 bis, senza prevedere l’aumento dell’organico di Polizia Penitenziaria deficitario di circa 450 Agenti, con soli 4 Direttori e con Istituti privi di Comandanti, rischiamo il tracollo, Questi atteggiamenti ci portano indietro nel tempo e ricordano la mancanza di attenzione per le problematiche sarde da parte del predecessore, se il buon giorno si vede dal mattino per la Sardegna è già notte fonda”, concludono i sindacalisti.