“Nonostante le sue 38 pagine la sentenza non è riuscita a far chiarezza e dipanare i numerosi dubbi manifestati sulla modalità di produzione di bombe ed esplosivi all’interno dello stabilimento RWM di Domusnovas-Iglesias. Anzi la stessa relazione tecnica del perito d’ufficio, su cui è basata parte della sentenza, ha sollevato ulteriori perplessità e posto nuovi interrogativi sulla legittimità dell’iter finora seguito per autorizzare il raddoppio dello stabilimento”.

E’ quanto si legge in una nota firmata da Graziano Bullegas presidente di Italia Nostra Sardegna che, insieme con il Comitato Riconversione RWM, Unione Sindacale di Base per la Sardegna, ARCI Sardegna, Assotziu Consumadoris Sardinia, Legambiente Sardegna, Centro Sperimentazione Autosviluppo e sostenuto da tanti Cittadini, Comitati, Sindacati di base e alcune forze politiche e sociali, avevano presentato il ricorso rigettato dal Tar.

“Questa sentenza accogliendo le ragioni della Regione, del Comune di Iglesias e della stessa RWM appare abbastanza ‘strana’ perché – sostengono – oltre a dichiarare la legittimità dell’iter autorizzativo seguito per l’ampliamento dello stabilimento, legittima di fatto l’esclusione di Associazioni e Cittadini dal processo partecipativo e giustifica la secretazione dell’intero procedimento che ha trasformato l’iter per il rilascio delle autorizzazioni all’ampliamento dello stabilimento in una procedura del tutto nuova e in contrasto con le direttive e le convenzioni europee, con la normativa italiana e quella della Regione Sardegna e con la stessa giurisprudenza. L’aver ritenuto poi irricevibile una parte del ricorso per via della scadenza dei termini di presentazione, giustificando tale decisione col fatto che i ricorrenti sapevano da tempo dell’esistenza del documento impugnato, pur non avendone mai potuto prendere visione per via degli impedimenti di dubbia legittimità e ben noti ai giudici, rappresenta davvero una ‘perla di rara e discutibile giurisprudenza’. Una sentenza che respinge il ricorso basandosi su provvedimenti e pareri espressi dai vari enti senza nulla eccepire – anche quando gli stessi presentano seri dubbi sulla conduzione dell’istruttoria o talvolta sono in palese contrasto con pareri successivi rilasciati dallo stesso ente per il medesimo ampliamento – può rappresentare un pericoloso precedente per i futuri percorsi autorizzativi e per la compressione dei diritti di partecipazione dei cittadini alle scelte che li riguardano. Per fortuna in Italia esistono diversi gradi di giudizio e non esiste la sola magistratura amministrativa”.