L’ arte della Sardegna alla ventunesima Biennale Internazionale di Cerveira, la più antica del Portogallo, in programma fino al 31 dicembre 2020. Ed esportarla è il paese museo di San Sperate che con il comune portoghese è legato dal 2016 da una sorta di gemellaggio culturale fatto di scambi frequenti e soggiorni di artisti che hanno contribuito con i loro lavori a mostre e rassegne. Cerveira, sfidando i problemi e le difficoltà causati dall’emergenza Covid 19, ha lavorato per lo svolgimento della Biennale incentrandola sul tema ”Diversità e Ricerca. Lo spazio complesso della comunicazione per l’ arte”.

Rispettando un modello che la caratterizza dal 1978, l’ edizione di quest’ anno coinvolge 200 artisti di 37 paesi e propone un concorso internazionale, progetti curatoriali, interventi artistici, conferenze, dibattiti e visite guidate. Per la prima volta una versione digitale consentirà di visitare virtualmente la Biennale. San Sperate, con la collaborazione dell’ associazione Noarte Paese Museo, partecipa all’evento con due istallazioni, una all’interno del forum culturale e l’altra nello spazio pubblico al centro di Praça de Liberdade a pochi passi dal castello del borgo di frontiera che si affaccia sulla Galizia. La prima installazione espone i lavori di 54 illustratori che hanno partecipato al concorso internazionale SanSperArte per la realizzazione di un albo illustrato che descrive il valore della solidarietà e dell’ accoglienza attraverso l’ arte che da decenni caratterizza il paesino a venti chilometri da Cagliari.

La seconda dal titolo “Quando l’arte è un gioco di strada” è curata dallo studio di architettura Officinevida insieme al light designer Gianni Melis. Su oltre sessanta metri quadrati di piattaforma multimediale le stagioni di matericità e cromatismi del paese museo – dalla terra, alla calce, al colore, alla luce – rivivono in trentotto grandi tubi che si incontrano in piazza. Ad inaugurarla la sera del 2 agosto il musicista Paolo Angeli con il suo progetto Talea , in cui la tessitura della chitarra orchestra assume un carattere tridimensionale grazie alla voce e alla rivisitazione della musica sarda. ”Entrambe – spiegano i responsabili dell’ associazione – portano il messaggio universale della rivoluzione culturale sansperatina del 1968, oggi ancora attuale: ognuno di noi può migliorare la propria esistenza e cambiare le sorti del luogo in cui vive con il coraggio di osare e perseguendo la bellezza. Talvolta anche aprendo la porta della propria casa, con un sorriso”.

Il riferimento è al gesto compiuto dallo scultore Pinuccio Sciola che quell’ anno, in occasione della processione del Corpus Domini, intonacò di calce bianca i muri delle case del paese disegnandovi murales che aprirono la strada a un appuntamento che da allora ha richiamato ogni anno decine e decine di artisti internazionali trasformando San Sperate in un museo-laboratorio a cielo aperto con oltre 550 opere in spazi pubblici. La trasferta in Portogallo segue quella di Cerveira che nella primavera dello scorso anno ha portato nell’ isola le opere di 16 artisti lusitani per la mostra ”Territori immaginati” dedicata al tema delle migrazioni. L’ obiettivo di San Sperate è raccontare una Sardegna che, tra scultura, pittura, musica, tradizione, nuove tecnologie e scenari digitali ”accoglie il resto del mondo e con l’esperanto dell’arte scrive a più mani una storia che non accetta confini”.