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La segnalazione giunta questa mattina sulla possibile presenza di un corpo in un laghetto artificiale nelle campagne di Orgosolo, ha fatto scattare un campanello d’allarme tra gli investigatori impegnati da un mese nelle ricerche di Graziano Mesina. Il nucleo sommozzatori dei carabinieri di Cagliari ha scandagliato per 5 ore lo specchio d’acqua di Istichiò, in località Pradu, ma non è stato ripescato alcun cadavere: sul fondale solo carcasse d’auto. L’ipotesi che Grazianeddu possa essersi suicidato per evitare il carcere dopo la conferma della condanna a 30 anni per traffico di droga, non è tra quelle su cui gli inquirenti stanno concentrando la loro attenzione.

Ma non può nemmeno essere scartata del tutto. Per questo, quando è arrivata la chiamata ai centralini delle forze dell’ordine con l’indicazione generica di un corpo nel bacino di Istichiò, la macchina delle ricerche si è subito messa in moto. Nelle prossime ore, i sub si sposteranno nell’invaso di Olai, a pochi chilometri dal primo laghetto, per scandagliare anche questi fondali. Con loro i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Nuoro, guidati dal maggiore Michele Cappa, che coordinano le ricerche di Mesina.

Ufficialmente latitante dal 24 luglio scorso, dopo il decreto firmato dal presidente della Corte d’appello di Cagliari Giovanni Lavena, l’ex primula rossa del banditismo sardo è sparito nel nulla il 2 luglio. Carabinieri e polizia lo hanno cercato a Orgosolo, con rastrellamenti casa per casa, estendendo poi le ricerche in tutta la Sardegna, in particolare in Gallura, dove Mesina ha dei parenti, e nel Cagliaritano, dove può contare su una rete di fiancheggiantori. Ma di lui finora nessuna traccia. C’è chi lo dà già riparato all’estero, nella vicina Corsica o in Tunisia, e chi invece insiste su una trattattiva già in corso per condizionare la sua resa alla certezza di scontare la pena agli arresti domiciliari.

La notizia aggiornata:

Orgosolo, continuano le ricerche del corpo di Graziano Mesina