Anche in Sardegna possibile un futuro migliore per i diritti di uso civico. Lo dicono gli ambientalisti del Gruppo di intervento giuridico alla luce della proposta di legge di riordino degli usici civici, le delle “terre di tutti”, presentata in parlamento dal deputato del M5 Alberto Manca. Una proposta che punta, per gli ecologisti, “a gestire in modo migliore il grande patrimonio delle terre collettive, con la necessaria cura degli interessi ambientali e delle collettività locali”.

Secondo quanto emerge dai provvedimenti di accertamento da parte dell’Agenzia Argea Sardegna – spiega Grig – risultano terreni a uso civico in 339 Comuni sui 369 su cui sono state condotte le operazioni. I comuni sardi sono 377: mancano ancora le attività di accertamento su 8 centri, nei quali si stima, comunque, la presenza di terre collettive. In 30 territori, al termine delle operazioni, non sono risultati terreni a uso civico. Complessivamente (considerando anche gli ultimi 8 centri dove devono esser svolte le operazioni di accertamento, ma dove se ne stima la presenza), dovrebbero essere 347 su 377 i Comuni dove sono presenti i demani civici, il 92% dei comuni sardi.

Sono stati, inoltre, verificati e aggiornati i dati (estensione, catasto, ecc.) relativi ai 377 demani civici (luglio 2020). L’estensione complessiva delle terre collettive finora accertate è di circa 305.326 ettari, pari al 12,69% dell’isola. “Tasti dolenti – rimarca Grig – rimangono alcune gravi carenze gestionali: sui 347 Comuni sardi con presenza di demani civici sono soltanto 46 quelli dotati del regolamento comunale di gestione degli usi civici e solo 24 quelli muniti di piano di valorizzazione e recupero delle terre civiche, mentre migliaia di ettari occupati illecitamente attendono il recupero alla fruizione collettiva”.