“Un episodio particolarmente inquietante di fumi tossici, dal 10 al 15 luglio, sul quale sono mancate informazioni puntuali sia da parte dell’impresa che dagli organismi di controllo,ci spinge a intraprendere diverse azioni, sia civiche che di carattere amministrativo, per far ottenere i dovuti chiarimenti all’opinione pubblica – scrive in una nota Sardegna Possibile – i fumi neri rilasciati dalle torce della Sarlux, a Sarroch, visibili da tutto l’hinterland di Cagliari, sono durati circa una settimana, dal 10 al 15 luglio, molto più di quanto la legge consenta a una impresa industriale di sversare nell’atmosfera, persino in caso di incidente, nell’arco di un anno”.

“La combustione in torcia è, di per sè, una anomalia, ma qui in Sardegna ci si comporta come se nulla fosse, quelle torce sono accese spessissimo, dobbiamo allora rassegnarci? Anche no.”, prosegue la nota dell’associazione – dopo alcuni giorni di fumata nera che si spandeva per il Golfo degli Angeli, un gruppo di lavoro misto, di cui fa parte l’associazione politica Sardegna Possibile, decise di lanciare una iniziativa di mail bombing, aperta a persone e gruppi che volessero sostenerla, rivolta all’impresa, all’Arpas, ai comuni limitrofi, agli assessorati di riferimento, ai gruppi consiliari e ai mezzi di comunicazione sardi, per chiedere chiarimenti sull’accaduto”.

“Questa azione è durata fino al 15 luglio e, per una volta, ha coinvolto diverse centinaia di cittadini e cittadine, tanto da meritare l’attenzione di alcune testate informative, all’impresa, invece, nessun accenno di risposta e nemmeno l’Arpas ha ritenuto di fornire particolari chiarimenti, per non parlare dei responsabili politici, assenti come di consueto – prosegue la nota – questa apatia istituzionale ha motivato Sardegna Possibile ad una seconda azione, stavolta amministrativa: una diffida rivolta al responsabile del Comune di Sarroch, per chiedere la pubblicazione dettagliata dei dati di rilevamento sulla qualità dell’aria, giorno per giorno, in un modo che possa essere di comprensione immediata per chiunque voglia accedervi”.

“Si tratta di una misura prevista nel Decreto 33 del 14 marzo del 2013 che tutela l’accesso della cittadinanza a informazioni rilevanti per la salubrità collettiva”.

“La risposta, in questo caso, è vincolante, in un periodo di 30 giorni, Sardegna Possibile ha attivato, inoltre, altre due strade amministrative per chiedere conto dell’accaduto: la prima è un esposto alla Procura della Repubblica di Cagliari, che fortunatamente ne ha ricevuto più d’una, chiedendo che vengano aperte delle indagini di chiarimento dell’accaduto; la seconda è stata attivata il 6 agosto, avvalendosi dello stesso Decreto 33, chiedendo all’Arpas un accesso civico ai dati che Sarlux, per legge, deve fornire su due episodi chiaramente anomali dell’impianto: quello dei fumi neri derivati dalla combustione in torcia di materiali ancora non chiariti, tra il 10 e il 15 luglio, e l’emissione di fumi bianchi pesanti e maleodoranti tra il 31 luglio e il 1º agosto, che hanno colpito direttamente il centro abitato di Sarroch”, conclude Sardegna Possibile.

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