La situazione nelle pinete dei campeggi sardi è drammatica: a causa della pandemia è stato registrato un 65% in meno di presenze rispetto al 2019. Nello specifico, il mese di luglio ha registrato sicuramente un leggero aumento di turisti rispetto a giugno, che ha segnato un -90% nelle poche strutture che hanno aperto dall’inizio del mese, a causa dell’incertezza e del lockdown.

Agosto inizia con una previsione del +20% a sua volta su luglio. Sono questi i dati che emergono dal primo bilancio del centro studi Faita Sardegna. Grandi assenti gli stranieri: molta Sardegna invece (35%) e quasi tutto il resto (60%) coperto dai turisti del resto d’Italia. “Anche se per il post lock down sarebbe ovvio rilevare una domanda maggiore di strutture che offrono vacanze all’aperto e a contatto con la natura, i nostri campeggi – denuncia il preidente regionale dell’associazione, Nicola Napolitano – stanno subendo perdite pesanti: quest’anno abbiamo aperto per non perdere posizione sul mercato, e per spirito di servizio, nonostante previsioni nefaste e grande incertezza verso quei pochi che non vogliono rinunciare a stare da noi”.

Le proiezioni di agosto confermano un trend che dovrebbe registrare un margine percentuale di miglioramento, (fino al +20% rispetto a luglio). Dati comunque lontani dal colmare le perdite della stagione che continuano a registrare anche nelle proiezioni un calo del 60-70% rispetto al 2019. La speranza è rappresentata dalle cosiddette prenotazioni sotto data, quelle last minute “che ad agosto – precisa Napolitano – solitamente erano inesistenti, ma che il Covid ha fatto aumentare per via dell’incertezza di poter programmare la vacanza”. A contribuire ai bilanci in rosso è anche la minore permanenza: i turisti hanno meno disponibilità finanziaria, non rinunciano alla vacanza ma accorciano i giorni. La media 2019 era di 5,2 giorni a persona, a luglio 2020 il dato è in flessione del 30%. “Siamo preoccupati per il futuro – confessa il presidente di Faita Sardena – Con una maggiore incidenza dei costi fissi e una flessione del fatturato, stimata intorno al 60/70% rispetto al 2019, sarà un anno horribilis”.