Al via a Mogoro alla 59esima edizione della Fiera dell’Artigianato Artistico della Sardegna, visitabile fino al 6 settembre tutti i giorni dalle 10 alle 21. La mostra consta di ben 91 espositori con il meglio della produzione artigiana dell’Isola, tra ceramiche, tappetti, oggetti di arredamento, pelletteria ma anche agroalimentare.

Sabato 8 agosto è stato inaugurato l’evento più atteso nel settore dell’artigianato nostrano: il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del sindaco del paese che ospita ogni anno la Fiera, Sandro broccia, del direttore artistico della rassegna Marcello Muru e della presidente della storica cooperativa Su Trobasciu, Wilda Scanu.

“L’organizzazione di questa Fiera è un atto d’amore verso l’artigianato e gli artigiani per quello che rappresentano, ma anche verso la Sardegna e verso l’Italia. Il nostro obiettivo primario era dare un segnale importante per far capire che è possibile una ripresa post-Covid con tutte le misure di sicurezza sanitaria. La Fiera di Mogoro è uno degli appuntamenti più longevi dell’Isola: dal 1961 l’amministrazione comunale porta avanti con orgoglio questa manifestazione, unica nel suo genere in Sardegna. Oggi più che mai l’artigianato artistico ha bisogno di un sostegno forte. Questi momenti di mercato sono quanto mai importanti per la ripresa delle attività dei nostri imprenditori artigiani”, ha dichiarato il primo cittadino.

L’esposizione, vista la situazione di emergenza sanitaria che la regione, come il resto del mondo, sta vivendo, è visitabile anche online (per accedere alla pagina web CLICCA QUI), ma il sindaco mira a valorizzare le bellezze dell’Isola non solo virtualmente e si appella, quindi, ai turisti in vacanza in Sardegna: “Venite a visitare la nostra fiera-mercato qui c’è davvero il meglio di una tradizione isolana che concilia bellezza, creatività e storia”.

Tra le novità di quest’anno si segnalano i laboratori sul tappeto, la tessitura, l’oreficeria, la ceramica e il legno e l’agroalimentare. La grafica e l’allestimento guardano al futuro con le finestre e gli uomini affacciati a significare un’attesa carica di speranza. Finestre simboliche e reali, quelle dalle quali abbiamo guardato la realtà durante il lockdown, finestre virtuali e colorate che permettono agli artigiani di comunicare e di confrontarsi con il mondo, anche quello digitale.