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Questa è la storia di una donna di 40 anni, Maria Elena, che convive da ben 25 anni con il diabete tipo 1 e diverse complicanze gravi come retinopatia e maculopatia. La situazione di Maria Elena era già pesante, ma ad aggravare ulteriormente la sua condizione è arrivata una notizia difficile da digerire, forse anche più della sua diagnosi: il suo piano terapeutico è stato sospeso per mancanza di budget.

Il caso è stato denunciato dalla Federazione Diabete Giovanile. “E’ una vicenda assurda che deve essere risolta in tempi brevi – dice Antonio Cabras, presidente della Federazione – Questo non è che l’ultimo caso di attentato al diritto di cura e la situazione non è più tollerabile”. L’associazione è stata sollecitata da una drammatica lettera di Maria Elena: “Perché un diabetico deve patire certe ingiustizie? Perché curarci diventa impossibile? – questo uno dei passaggi della missiva – Ci portano al punto di buttare tutto, di smettere di curarci, di fare insulina….tanto, a chi importa di noi? Perché diciamocelo, per tanti il diabete è cosa da niente, si cura ci dicono, ma non sanno con quante avversità, non sanno quanto sia difficile combattere con ipoglicemie e iperglicemie che, se non prese in tempo, solo noi sappiamo a cosa portano. Io ho tanta voglia di vivere, ma certe ingiustizie ti fanno passare la voglia.”

Secondo i dati forniti dalla Federazione, la Sardegna detiene il triste primato per il diabete con 110mila pazienti su una popolazione di 1.648.000 abitanti. Come se non bastasse il diabete tipo 1, quello che necessita cure specialistiche con le punture di insulina, colpisce più di 10.000 persone con una forte incidenza di bambini e adolescenti. “Io mi chiedo – conclude Cabras – se chi ha preso la decisione di tagliare le spese di Maria Elena si sia reso conto delle conseguenze drammatiche che tutto questo può avere”.