Giorgio Casana contro la campagna denigratoria della stampa sui contagi.

La Sardegna non spaventava nel 1979…e neanche oggi”. Sullo sfondo cuoricini rossi. Non è il post di uno qualunque, non è la solita frase di circostanza del ‘continentale’ che ama la Sardegna da lontano, non è il pensiero chi di avrebbe tutte le ragioni per avercela con noi e invece ha conservato legami profondi con questa terra. E’ chiaro che non è neppure il titolo del Corriere della Sera o di Repubblica sui contagi da Covid19. Ma l’argomento è lo stesso.

E’ la riflessione di un signore 56enne, piemontese, che la Sardegna ce l’ha impressa a fuoco nel fisico e nella mente perché esattamente 41 anni fa venne, come ogni anno, a Sant’Angelo, a Fluminimaggiore, a trascorrere le vacanze con la sua famiglia. Da due giorni era stato rapito e la notte del 24 agosto la trascorse insieme alla sorella, impacchettato, dentro il capannone di un ovile nelle campagne di Bauladu e che dalla mezzanotte del 24 agosto avrebbe dormito per due mesi nelle campagne di Talana.

E si, “…era sempre agosto” gli fa eco l’Emissario. Anche 41 anni fa, e di qui a tre giorni, il 27 agosto, avrebbero rapito anche Faber e Dori Ghezzi. Quell’anno maledetto i sequestri furono 10, con 16 ostaggi, di cui 8 donne. “Paolo, allora tutto finirà il 21 ottobre”, ci scherza su Giorgio, ricordano la data della loro liberazione. Sarà che il 21 ottobre la Sardegna si libererà degli untori?
Chi scrive è Giorgio Casana, rapito a Capo Pecora il 22 agosto 1979 insieme alla sorella Marina dalla banda di Luciano Gregoriani, dei Coinu, dei Mureddu e Speedy Gonzales, la tristemente nota “Anonima sarda” per intenderci. Avrebbe dunque tutte le ragioni per avercela coi sardi. E invece no, perché lui non scrive sul Corriere della Sera o su Repubblica. Non parla della “maledizione della Sardegna” e non dice che “la Sardegna spaventa”.

E’ piemontese, come Brillioniere, ma sa perfettamente che la Sardegna non è l’isola degli untori. E’ un uomo che capisce nonostante le ferite. Dote rara in questi tempi di untori e giornalai. E giustamente commenta l’Emissario con la sua sagace punta d’ironia: “Punti di vista sottili e importanti! Certi titoli dispiacciono … Certi post regalano consapevolezza”.