Una ricerca tutta sarda quella effettuata dalla facoltà di Medicina di Cagliari, circa il nesso tra coronavirus e malattia cronica degenerativa.

Lo studio, pubblicato su Cardiovascular Diagnosis and Therapy è composto dal team Luca Saba e Gavino Faa. “Riteniamo che il Sars-Cov-2 possa causare l’infiammazione delle placche aterosclerotiche” dicono gli specialisti. Lo studio è maturato in pieno lockdown e si è sviluppato tra le fasi 1 e 2. Elaborato e rifinito durante la pandemia dai ricercatori della facoltà di Medicina dell’Università di Cagliari, ha avuto per riferimento i dati epidemiologici provenienti dal nord Italia. “Abbiamo cercato di dare una giustificazione al dato epidemiologico che, nelle regioni con epidemia di Covid-19, come in Lombardia, hanno mostrato un rilevante aumento degli infarti del miocardio e di trombosi cerebrali. Entrambe le patologie sono causate dall’aterosclerosi, a livello delle arterie coronarie, l’infarto del miocardio, e delle arterie carotidi, ovvero lesioni trombo-emboliche del cervello”, spiega Faa.

Ma su cosa si basa esattamente lo studio dei due giovani sardi? In sostanza, l’ipotesi è che il Sars-Cov-2 possa causare l’infiammazione delle placche aterosclerotiche, trasformando una placca stabile in una placca vulnerabile, con conseguenze gravi sulla salute. Al lavoro scientifico pubblicato dalla rivista edita dalla compagnia Ame, con sede a Hong Kong, hanno preso parte gli specialisti dell’ateneo coordinati dai professori Saba e Faa, rispettivamente operanti nei dipartimenti di Radiologia e Patologia e nell’Azienda ospedaliera-universitaria di Cagliari. Tra questi, Antonella Balestrieri, Clara Gerosa e Daniela Fanni. Alla ricerca hanno collaborato anche i ricercatori Max Wintermark (divisione di Neuroradiologia, Stanford University, Usa), Ulf Hedin (dipartimenti Chirurgia vascolare e medicina molecolare, Karolinska University Hospital, Stoccolma, Svezia) e Jasjit S Suri (Stroke diagnosis and Monitoring division, Roseville, Usa).