Archivio

Tre uomini d’affari e tre amministratori di due società sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza della 2° Compagnia di Cagliari per aver truffato quattordici clienti per un ammontare complessivo di 41.600 euro.

Tutto è partito dalla denuncia presentata da alcuni cittadini residenti in piccoli comuni della provincia di Cagliari, che si sono visti recapitare richieste di pagamento per contratti stipulati con le due società, una con sede in Cagliari e una con sede a Palermo, relativi all’installazione di impianti fotovoltaici.

Le indagini, condotte attraverso l’acquisizione e l’analisi di copiosa documentazione, hanno fatto emergere un ingegnoso sistema fraudolento che i denunciati hanno articolato a danno di quattordici ignari clienti.

Le persone denunciate si presentavano con modi gentili e imbonitori e, approfittando della buona fede e dell’ingenuità delle future vittime, promuovevano la vendita di pannelli fotovoltaici e altri impianti connessi, come ad esempio scaldabagni e condizionatori d’aria.

Al termine della visita, grazie alla loro parlantina e nonostante il cliente si dichiarasse non interessato alla proposta commerciale, i procacciatori facevano sottoscrivere alle persone contattate un documento facendo loro credere che serviva soltanto per attestare l’avvenuta proposta commerciale senza alcun vincolo spacciandolo come fantomatico modulo per la privacy.

In realtà tale modulo celava a tutti gli effetti un contratto di finanziamento per l’acquisto di pannelli fotovoltaici e di prodotti connessi. Le investigazioni hanno fatto emergere che in sei casi, sui quattordici accertati, i procacciatori d’affari hanno apposto firme false sui contratti di finanziamento, per completare l’iter procedurale, sostituendosi ai truffati.

In undici casi i clienti, onde evitare lungaggini giudiziarie e le conseguenti spese legali, pur di pervenire alla risoluzione consensuale dei contratti da loro non stipulati hanno preferito accettare una transazione corrispondendo alle società una parte delle somme richieste.

All’esito delle indagini, i procacciatori d’affari e gli amministratori delle società sono stati denunciati per il reato di truffa e di sostituzione di persona, mentre l’ammontare della truffa – quantificata sulla base delle somme versate dai cittadini truffati, anche per concludere il contenzioso con transazioni – ammonta a 41.600 euro.

L’attività descritta rientra nell’ambito delle funzioni di polizia economico-finanziaria attribuite alla Guardia di Finanza e mira a contrastare tutte quelle condotte fraudolente da parte degli operatori economici che danneggiano il mercato e la libera concorrenza.