Quando si hanno delle responsabilità e si commettono degli errori, ci sono due strade: la prima è ammettere gli errori e non commetterli più, oppure trovare persone, Enti o giornali e accusarli di qualsiasi cosa.

Ecco, la scelta del Presidente Solinas è proprio la seconda. Da giorni ospite delle testate giornalistiche nazionali, il Governatore scarica le sue responsabilità su migranti, turisti e giornali, dimenticando che il sistema sanitario isolano è ormai da mesi al collasso, dove le visite rimangono sogni per i sardi.

Vogliamo dimenticarci delle denunce fatte dalle Organizzazioni sindacali che accusavano la Giunta della mancanza dei dispositivi sanitari?

Vogliamo dimenticare che il personale medico ha aspettato settimane per fare i tamponi e che sono stati lasciati abbandonati per mesi?

Per non parlare del famoso slogan del passaporto sanitario, che non aveva alcuno strumento operativo e che di fatto ha impedito alla Regione un controllo serio, con tamponi e tracciamento, nei porti e negli aeroporti.

Un test fatto 5 giorni prima di partire poteva essere considerato un lasciapassare che ci avrebbe fatto stare tranquilli? Nei 5 giorni successivi al test si può essere contagiati? Sì!

Dopo il passaporto sanitario siamo passati alla patente sanitaria e poi alla certificazione per concludere con l’autocertificazione, con certificati che nessuno ha mai ritirato.

Ma il Presidente Solinas oggi punta il dito sulla stampa “cattiva” senza mai affrontare gli errori fatti in questi mesi sulla gestione dell’emergenza Covid, per poi cercare di difendere ancora una volta le discoteche, che a suo dire, sono una minima parte rispetto al complesso dei positivi, anche se i numeri purtroppo dicono altro.

Al Governatore va ricordato che uno dei pochi ad aver posticipato l’apertura delle discoteche per far “guadagnare” amici ospitati a Villa Devoto come Flavio Briatore, sostenendo ipocritamente l’obbligo di ballare a due metri e mezzo di distanza.

A proposito sulla riapertura delle discoteche: non possiamo non ricordare che dopo una prima ordinanza sulle aperture valida fino al il 31 luglio, in Sardegna i locali da ballo ad agosto sono rimasti aperti per 11 giorni senza ordinanza regionale e con il Dpcm che ne prevedeva la chiusura. Il problema non sono due articoli o una vignetta contro la Sardegna, ma chi la nostra amata terra ha governato sbagliando.