Autorizzare l’esportazione delle carni suine oltre l’Isola per consentire ai prodotti sardi di competere su importanti e promettenti mercati internazionali e alle imprese di affrontare con le corrette misure la crisi economica, aggravata dalla diffusione dell’epidemia di Covid-19. Lo chiedono i Riformatori sardi nella mozione a firma di Michele Cossa, Aldo Salaris, Alfonso Marras, Giovanni Antonio Satta, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale, che impegna il Presidente della Regione e la Giunta Regionale a proseguire il pressing sul Governo nazionale affinché possa farsi portavoce presso la Commissione europea dell’esigenza di autorizzare l’esportazione delle carni suine sarde oltre l’Isola.

“È impensabile – è il ragionamento che sta alla base del provvedimento – che ancora oggi, sebbene l’emergenza sia finita, carne e insaccati di maiale non possano essere esportati e subiscano quella forma di cordone sanitario che l’Unione europea definisce regionalizzazione dei consumi”.

“Abbiamo il dovere di sostenere la rinascita di un comparto importante come quello suinicolo, che attraverso i prodotti sardi rappresenta un’eccellenza a livello nazionale e internazionale – spiegano i Consiglieri dei Riformatori – gli allevatori della Sardegna hanno combattuto per oltre 40 anni una vera e propria guerra per l’eradicazione della peste suina africana in Sardegna, pagando il prezzo di pesanti restrizioni e ripercussioni economiche sulla filiera. Oggi possiamo finalmente dire di essere riusciti a debellare questa terribile piaga, così come si evince dai dati, in primis quelli resi noti dall’Unità di progetto per l’eradicazione della peste suina africana in Sardegna nello scorso mese di maggio. Non abbiamo però finito di combattere: dobbiamo continuare a chiedere a gran voce lo stop stop alle restrizioni nella movimentazione delle carni suine sarde e dei loro prodotti trasformati”, concludono i Consiglieri. Da qui la mozione che parte dalla richiesta, rivolta dal presidente della Regione al ministro della Salute Roberto Speranza, affinché si prema sulla Commissione europea perché emetta il provvedimento più atteso dai suinicoltori sardi: quello che pone fine all’embargo delle carni suine della Sardegna.