nuraxi barumini
La Sardegna verso l’Unesco. È racchiuso nel titolo del progetto, a cura del Comitato costituito dal primo nucleo promotore dell’iniziativa finalizzata a ottenere l’inclusione del Paesaggio Culturale Protosardo nel Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, il senso della rivendicazione che la Sardegna sta portando avanti.
“Una battaglia che nasce dalla presa di coscienza dell’importanza  della preistoria e protostoria della Sardegna quale simbolo di identità, al pari e al degli altri valori culturali e naturali che fanno della cultura sarda una cultura unica” dichiara Michele Cossa, esponente dei Riformatori sardi.
“Oggi come ieri la Sardegna appare come un museo aperto, ma non per questo fino a oggi ne è stato riconosciuto il valore, né è stato tutelato o adeguatamente valorizzato. Eppure si tratta di una ricchezza inestimabile di cui l’Unesco riconosce solo un manufatto, ovvero il complesso archeologico di Su Nuraxi di Barumini”.
Da qui la richiesta: “La Sardegna ritiene che sia posta la giusta attenzione a quel paesaggio culturale che è patrimonio di tutto il mondo, fatto di circa 8.000 nuraghi; 3.500 domus de janas, interi campi e isolati Menhir, circa 190mila torri nuragiche, tombe dei Giganti, necropoli, pozzi sacri”.
La sterminata documentazione scientifica prodotta dalle Università, dalle Soprintendenze, dalle realtà museali centrali e periferiche, dagli uffici della Regione, dai singoli Comuni,  dai centri di ricerca pubblici e privati, dalle fondazioni e dalle pubblicazioni divulgative e di letteratura archeologica e storica, dai Geoportali e dalle Mediateche ha ispirato un primo  documento, che successivamente si è trasformato nella mozione, depositata nel Consiglio Regionale della Sardegna, finalizzata a impegnare la Presidenza e la Giunta della Regione Autonoma della Sardegna a perseguire ogni iniziativa necessaria all’ottenimento del riconoscimento da parte dell’UNESCO del  Paesaggio Culturale della Sardegna quale Patrimonio dell’Umanità.
La mozione è stata valutata positivamente e sottoscritta da quasi tutti i consiglieri regionali, sia della maggioranza sia della minoranza. Oltre 200 sindaci sardi, senza distinzione di appartenenza politica, hanno aderito all’iniziativa, e molti consigli comunali hanno approvato o hanno in corso di approvazione mozioni di analogo contenuto.