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‘Ritengo che le regionali non avranno incidenza sul governo’: ne è convinto il premier Giuseppe Conte, che che non ignora però il fatto che ci sia ‘un centrodestra unito e una maggioranza che va in ordine sparso’. Per quanto riguarda la possibilità di un Mattarella-bis, dichiara: ‘Vedrei benissimo una sua rielezione’, mentre sul futuro del Pease: ‘La vera sfida che ci attende è quella di affrontare i nodi strutturali che hanno impedito al Paese di crescere. Non chiediamo soldi europei per abbassare le tasse ma per un progetto coerente che rimanga alle generazioni future”. Infine su Draghi: ‘non è un rivale, ma una eccellenza espressa dall’Italia nei ruoli che ha ricoperto’. E su Facebook anche il ministro Di Maio interviene su Mattarella ad un anno dal giuramento dell’esecutivo: ‘E’ stato una guida’.

“Non ci troveremo più ad affrontare un lockdown generalizzato” ha sempre detto Conte parlando al Forum Ambrosetti. “I numeri continuano ad essere non trascurabii ma non siamo più davanti alla esplosione di una pandemia. Ci siamo strutturati con un sistema di monitoraggio che ci permetterà ragionevolmente di intervenire in modo mirato e territorialmente circoscritto. I contagi di questi giorni sono sensibilmente inferiori a quelli dei Paesi limitrofi”.

“Ne siamo usciti secondo un metodo, non fidandosi all’improvvisazione, ma grazie a principi di precauzione e interventi adeguati e proporzionali. Ma ne siamo usciti soprattutto grazie ai cittadini, e non è piaggeria. L’Italia sì’è dimostrata molto disciplinata. Gli italiani sono stati disposti a seguire le regole che abbiamo imposto“.

“Ci siamo tutti convinti – ha sottolineato il premier – che preservare il tessuto produttivo e sociale era condizione indispensabile per uscire da questa bufera: le misure che abbiamo preso per l’Italia hanno evitato di aumentare le disuguaglianze di reddito tra nord e sud”.

“Abbiamo anche predisposto una risposta di politica fiscale a sostegno della economia all’altezza della sfida. Abbiamo agito su molti fronti con risorse cospicue per proteggere l’economia e la società. Abbiamo ritenuto che progettare un qualsiasi rilancio sarebbe stato impossibile senza misure di sostegno adeguate e proporzionate. Bisogna rafforzare il tessuto produttivo al sud per rilanciare il nord. Se al sud si produce anche il nord si avvantaggia della ripresa”.

“Con le nostre norme abbiamo chiesto alle imprese il mantenimento del livello occupazionale per tutto il tempo in cui ci sono sussidi pubblici. Dopo di che servono interventi strutturale, penso a riforma degli ammortizzatori sociali”, ha detto Conte.

“La vera sfida che ci attende è quella di affrontare i nodi strutturali che hanno impedito all’Italia di crescere. La congiuntura economica continua a presentare un quadro estremamente complesso e gli esperti sottolineano come sia caratterizzata da fattori di persistente incertezza. Nessuno può dire oggi – ha detto il premier – quando usciremo da questo quadro negativo economico. Ma la sfida è vincere i nodi strutturali, non tornare come prima della crisi”.

“Attraverseremo ancora una fase molto dura, ma attenzione, già l’Istat certifica che nel secondo trimestre c’è stata una caduta ma inferiore ad altri Paesi. L’Italia ha perso il 17,7% di Pil ma l’Francia e Spagna di più. Si intravedono segnali di fiducia nella nostra economia”.

“Abbiamo ancora energie non messe a frutto: per farlo abbiamo una occasione storica. La risposta dell’ Ue è stata forte e sostanzialmente rapida. L’Italia ha avuto un ruolo in questa fase. L’elemento di forza è stato che al di là delle diverse sensibilità, tutti alla fine hanno compreso che comunque in sistemi economici così integrati, o usciamo tutti in maniera rapida o nessuno si salva”.

“Abbiamo le idee molto chiare: non chiediamo soldi europei per abbassare le tasse ma per realizzare tutti i progetti e le iniziative nell’ambito di un disegno coerente che rimanga in eredità alle generazione future, un progetto di ripresa e rilancio del paese” ha concluso il premier.