E’ legittima la condanna alla pena dell’isolamento in carcere inflitta a Cesare Battisti detenuto in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di quattro persone e altri gravi reati commessi negli anni Settanta quando militava nei Pac, i proletari armati per il comunismo, formazione alla quale aveva aderito negli anni di piombo alla fine dei quali è stato latitante per 37 anni in Francia e poi in Brasile. Lo sottolinea la Cassazione con un verdetto depositato oggi.

Proprio ieri, Battisti ha reso noto di voler iniziare lo sciopero della fame contro l’isolamento nel quale vive nella prigione di Massama (Oristano). Ad avviso dei supremi giudici non è possibile applicare indulti e condoni per far venir meno questo duro regime detentivo in quanto “la sanzione dell’isolamento diurno che segue l’irrogazione di più condanne alla pena dell’ergastolo, non può essere oggetto di condono, neppure in parte, una volta operata la scissione del cumulo delle pene”.

Essendo questo un orientamento di diritto più che noto e consolidato, gli ‘ermellini’ della Settima sezione penale hanno condannato Battisti, difeso dall’avvocato Davide Steccanella, a versare tremila euro alla Cassa delle ammende oltre al pagamento delle spese di giustizia. Con questo verdetto, sentenza 25455, la Cassazione ha confermato quanto stabilito dalla Corte di Assise di Appello di Milano con ordinanza del 18 marzo 2019.