“I segnali che arrivano dagli ospedali sono allarmanti. In momenti come questo servirebbe serietà e chiarezza, non polemiche costruite ad arte. Si dovrebbe fare tutto il possibile per limitare i danni e invece si continua a promettere l’impossibile e a fare molto meno di quello che si dovrebbe e potrebbe fare. Tre giorni fa è stata pubblicata un’ordinanza, ieri è stata pubblicata una ‘nota esplicativa’ che di fatto contraddice quasi in ogni punto l’ordinanza che dovrebbe limitarsi ad interpretare. Il risultato è evidente: con questa confusione sarà impossibile sanzionare eventuali abusi, esattamente come è avvenuto a ferragosto, quando le discoteche che avrebbero potuto aprire solo osservando severe misure di sicurezza non sono state sottoposte ad alcun controllo e i trasgressori non sono stati in alcun modo multati. È un modo di fare politica utile per attirare le telecamere su se stessi e i guai su tutti quanti, è tutto un bluff, l’ennesimo”, è il duro attacco lanciato dal consigliere regionale dei Progressisti Francesco Agus, affidato a un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, in relazione alle ultime dichiarazioni dell’assessore Nieddu sull’interpretazione dell’ordinanza restrittiva adottata dalla maggioranza negli ultimi giorni, che mirava a contrastare l’ulteriore diffusione del coronavirus in Sardegna.

“All’aeroporto e al porto di Cagliari oggi non c’era nessun check point sanitario, nessun drive in, nessun controllo, nemmeno facoltativo come avviene in altre regioni. C’è stata solo la consegna di un foglio contenente l’elenco delle strutture dove, trovando disponibilità, sarà possibile per chi arriva in Sardegna eseguire un test. Da ‘beni benius’ ad ‘arrangiaisi’ il passo è breve – prosegue Agus, che non lesina critiche – in tutto questo il prezzo più alto verrà pagato, ancora una volta, dagli operatori seri del turismo e dei settori connessi. Che pur avendo rispettato norme e misure sanitarie, oggi si chiedono, tra le altre cose, dove i turisti appena arrivato nell’isola debbano trascorrere le 48 ore di attesa del tampone (o di altro test) entro il quale si è obbligati a rispettare l’isolamento fiduciario”.

“In una struttura apposita? Chiusi all’interno della propria stanza? Nella struttura alberghiera sotto la responsabilità del titolare? Lo scopriremo nella prossima nota interpretativa che interpreterà la nota interpretativa che interpreta l’ordinanza”, conclude sarcasticamente l’esponente in Consiglio dei Progressisti.