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Dallo sviluppo del rene durante la gravidanza passa gran parte delle possibilità che si hanno di ammalarsi durante la vita adulta. È la tesi formulata dai ricercatori cagliaritani guidati da Gavino Faa – caposcuola dell’anatomopatologia, già preside di Medicina, Università di Cagliari – e Vassilios Fanos – ordinario di pediatria, a capo della neonatologia del Policlinico di Monserrato. Springer, casa editrice del settore medico-sanitaria, ha pubblicato e inserito la ricerca sarda nei punti fermi del percorso “Programmazione della vita fetale”.

“I nefrologi dell’adulto- rimarca Faa- anche a seguito del nostro lavoro, chiedono subito ai pazienti con problemi renali il peso alla nascita e dopo quanti mesi di gravidanza siano nati. La ragione? Il parto prematuro toglie tempo al rene per svilupparsi completamente, in quanto dopo la nascita la formazione dei glomeruli si arresta. Questo può far diminuire il “tesoretto” di glomeruli che abbiamo in dote e rende il prematuro più suscettibile alle malattie renali”.

Attenzione anche ai chilogrammi. “Un peso corporeo basso testimonia che il bambino non è stato ben nutrito in utero e – sottolinea Vassilios Fanos – non ha potuto costruire glomeruli alla velocità regolare”. Un viaggio di nove mesi, con il rene che deve crescere al meglio. Altrimenti, la qualità della salute futura è a rischio.