I Caf della Sardegna sono stati presi d’assalto in questi mesi dai cittadini che volevano inoltrare le richieste per i diversi strumenti di assistenza messi a disposizione da Stato e Amministrazioni durante questo periodo di emergenza, come il reddito di emergenza (tra 400 e 800 euro in base al reddito e alla composizione del nucleo familiare), i bonus mensili per i lavoratori autonomi e il bonus colf, esteso ai nonni, il “Superbonus 110%” per le riqualificazioni edilizie e per il boom di nuove domande per il reddito di cittadinanza nel periodo dell’emergenza da coronavirus (più 23% da gennaio 2020).

Nell’Isola, secondo i dati Inps riferiti ad agosto 2020, ne beneficiano 58.013 nuclei familiari, su 81.009 domande. I Caf, centri di assistenza fiscale, introdotti nel 1991, confermano il proprio ruolo essenziale in termini di orientamento e di prestazioni per cittadini e imprese. E la gamma di servizi offerti continua ad ampliarsi: oltre alle dichiarazioni dei redditi (quest’anno termini spostati per la presentazione dal 23 luglio al 30 settembre), alle pratiche catastali, ai redditi di cittadinanza e di emergenza, l’elenco include bonus sociali (acqua, gas, elettricità, bebè, colf, vacanze), assegni (nucleo familiare, maternità, natalità), calcolo Imu, Isee e Tasi, dichiarazione Iva, registrazioni di contratti di affitto. Emblematici tre dati relativi al 2019: attraverso i Caf sono passate il 94,7% delle domande (Dsu) per l’Isee, pari a 7 milioni e 578mila; circa l’85% delle dichiarazioni dei redditi parte annualmente dai centri di assistenza fiscale; circa due terzi delle domande per il reddito di cittadinanza passa per i Caf.

“I principali servizi sono offerti gratuitamente grazie a convenzioni con lo Stato che, una volta tanto, premiano la proficua collaborazione tra pubblico e privato”, spiega Domenico Mamone, presidente del Caf Unsic, sindacato datoriale con oltre duemila uffici in tutta Italia.