Anche in Sardegna grande soddisfazione tra i portavoce del M5s per l’esito del Referendum. “E’ il risultato di un grande lavoro – commenta la capogruppo in Consiglio regionale Desirè Manca – abbiamo mantenuto l’ennesima promessa raggiungendo l’obiettivo del taglio di 345 poltrone nonostante le bugie a favore del No”. La Sardegna perderà una decina di parlamentari. Ma “non esiste una questione sarda. Il Parlamento sarà più snello, a contare è la qualità, non la quantità”.

La deputata dem Romina Mura è stata l’unico membro del Pd sardo a schierarsi apertamente per il Sì: “La affermazione è stata netta. Gli italiani ci dicono che vogliono un Parlamento più forte, riorganizzato numericamente e nelle sue funzioni”. Il sì, secondo la parlamentare, “guarda anche alla prospettiva del ritorno a un sistema elettorale che consentirà di scegliere i propri rappresentanti”.

Anche per Romina Mura non si può parlare di un problema Sardegna: “Si perderà un terzo dei parlamentari come in tutte le altre regioni d’Italia”. Stefano Tunis, consigliere della maggioranza in Consiglio regionale, è stato tra i più attivi nel sostegno del No. “Ho fatto la mia battaglia, da oggi avremo 345 parlamentati in meno: toccare la Costituzione che prevede un sistema di check and balance (pesi e contrappesi ndr.), per chi sa cosa vuol dire, la dice lunga sullo spirito del Referendum”.