foto di repertorio

Alcune scuole hanno già riaperto, mentre altre posticiperanno il rientro per permettere la sanificazione dei locali. Ma in Sardegna, ben duecentomila studenti hanno rimesso piede oggi nelle aule, per la prima volta dopo i mesi di lockdown.

La scuola modello per la partenza è stato l’istituto comprensivo di via Stoccolma a Cagliari, con accessi scaglionati e a distanza. Davide, che frequenta la classe quinta C, è contento. “Bello rivedere i compagni di scuola dopo tanto tempo”. Presente all’esordio nella scuola di Genneruxi il direttore scolastico regionale Francesco Feliziani. Già alle prese con alcuni casi di Covid a macchia di leopardo nell’isola.

“Abbiamo un protocollo – ha spiegato – che scatta ogni volta che si verifichi un caso. Abbiamo lavorato duramente quest’estate. Rimane qualche problema per quanto riguarda gli organici e l’arrivo dei banchi monoposto. Ma stiamo facendo il possibile per risolvere tutto nel migliore dei modi”. Ancora niente banchi monoposto, ma le maestre si sono attrezzate col metro per verificare il rispetto delle distanze. E poi in classe per le prime istruzioni delle maestre. “Gli accessi al piano terra – spiega la dirigente scolastica Maria Marcella Vacca – sono personalizzati per ogni classe. E per la ricreazione ci sono spazi e tempi appositi per ogni classe. È un giorno di rinascita: la scuola per così tanto tempo senza studenti non ci piaceva”.

La maestra di sostegno Antonella Demontis pronta al nuovo anno: “Cercheremo di eliminare la barriera della mascherina anche con lo sguardo – ha detto – bisogna rispettare le regole, ma cercare di aiutare soprattutto gli studenti più fragili. Questa è la giornata della felicità è del sorriso”. E i genitori? Non rimpiangono la didattica a distanza: “Importante il ritorno in classe, fondamentale socializzare – spiega Pino Aquila, papà di un bambino di quinta e membro coordinamento presidenti consiglio di istituto – Il sistema scolastico è organizzato, ma sono preoccupato per i trasporti: è stato fatto tantissimo, sarebbe opportuno evitare un secondo lockdown”.

Preoccupazione? “Le indicazioni sono chiare – spiega Manuela Simbula, presidente del consiglio di istituto e mamma di uno studente – se mai ci dovesse essere un caso di Covid, sarà un caso fortuito. Una lunga attesa, ma tanta speranza per i ragazzi. Avevano vite piene e si sono ritrovati chiusi in casa. Felici di vederli con questo entusiasmo. Un nuovo entusiasmo”.