“Vorrei raccontare quanto mi è successo. L’8 di settembre inizio a stare male, presento febbre, non sento bene i sapori. Il 9 avviso immediatamente il mio medico il quale avvia l’iter per segnalare il mio nome e per poter eseguire il tampone. Il 12 mi viene fatto il test (nel frattempo, in attesa del referto, mi dicono che devo stare in quarantena fiduciaria mentre mia figlia e mio marito non sono tenuti). Passano i giorni e dell’esito non si sa nulla”. È questa la testimonianza di una donna, che ha voluto raccontare alla redazione di Cagliaripad la disorganizzazione dell’Asl di Cagliari in tempi di pandemia.

“Nel frattempo mia cognata, la sorella di mio marito, ha la febbre altissima, sta male, fa il tampone e risulta positiva” continua il racconto. “Eravamo insieme il giorno prima che io avessi la febbre. A questo punto chiamo ma non risponde nessuno. Chiamo l’urp ma nulla. Alla fine veniamo contattati perché anche mio marito deve eseguire il tampone e cosi chiedo del mio. Risposta? ‘È stato smarrito’. Smarrito??”.

Secondo quanto ci riporta la testimone, “il 12 settembre sono stati eseguiti tantissimi tamponi e alcuni, mi viene detto al telefono, sono stati smarriti. Ricevo una mail poco dopo che dice che per il referto devo contattare dei numeri. Chiamo e non risponde nessuno. Che disorganizzazione! Nel frattempo sono chiusa in casa e non so nemmeno cosa devo aspettare visto che nessuno si è proposto di farmi un test sierologico o un altro tampone. Non so cosa dire al mio medico che aspetta notizie per capire cosa fare per gli altri familiari con i quali sono stata a contatto; non so che dire a mia figlia, che dovrebbe iniziare la scuola. Se questo è il sistema di controllo e prevenzione, c’è decisamente una falla. Anzi manca proprio un sistema per tutelarci. Sono delusa, spaventata, arrabbiata e incredula” conclude.