Ha riportato gli abusi attraverso un tema come fosse una storia di narrativa. Raccontato in terza persona, e senza scendere nei particolari, la vittima ha pensato di esprimere in questo modo la terribile esperienza personale che stava vivendo.

La giovane era costretta a subire gli abusi dal compagno della madre già da tempo. Il racconto ha fatto subito insospettire l’insegnante, facendo scattare così le indagini. All’epoca dei fatti, la ragazzina era in terza media. Il patrigno è stato quindi condannato, con rito abbreviato dal Gup, a 5 anni di reclusione per violenza sessuale su minore.

L’incubo è iniziato quando la ragazza aveva 12 anni e si sono ripetuti per un paio di anni, fino a quando la vicenda non è giunta in Tribunale. L’uomo si è difeso affermando che la ragazzina era consenziente.