Il 22 settembre 2020, in tanti, tra curiosi e addetti ai lavori, attendevano il processo contro il Direttore Generale del Banco di Sardegna  Giuseppe Cuccurese ed altri cinque indagati.

Gli altri sono Giovanni Lubatti, imprenditore ligure nel settore immobiliare e in quello delle energie rinnovali, il fratello Giulio Stefano ex collega di Giuseppe Cuccurese, con un passato nelle fila della stessa Banca Intesa con alti ruoli dirigenziali.

A processo anche i due figli di Giovanni,  Andrea e  Luca Lubatti, anch’essi imprenditori nel settore immobiliare e per finire Claudio Frasconi costruttore ed immobiliarista.

Contro la parte offesa in questo procedimento, Claudio Addis, gallurese di Trinità d’Agultu, immobiliarista e imprenditore nel settore delle costruzioni.

I sei imputati, erano stati iscritti nel registro degli indagati nel 2018 e una relazione della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Sassari evidenziava tutti gli aspetti della vicenda, ma  il Pubblico Ministero, incaricato delle indagini, chiese comunque l’archiviazione dei reati.

A seguito della richiesta gli avvocati di parte si sono costituiti in giudizio, opponendosi fortemente e motivando l’opposizione, con una nota al GIP del tribunale di Tempio Pausania, il quale ha accolto il ricorso in base all’articolo 409 comma 1 e 2 del codice di procedura penale, fissando la prima udienza per il 25 febbraio 2020, quasi un anno fa.

Nel mese di febbraio, interveniva il primo rinvio, per problemi tecnici sulla notifica degli atti agli imputati. Nel secondo appuntamento questa primavera, accadeva pressoché la stessa cosa, quest’ultimo 22 settembre, l’assenza del giudice ha fatto nuovamente saltata è rinviata al prossimo 12 Dicembre.

Più volte  nelle giornate del processo, abbiamo provato a contattare la parte offesa, Claudio Addis, il quale per ragioni incomprensibili, non intende più rilasciare interviste di nessun genere, anche se trapela che a causa del terzo rinvio, l’imprenditore non si voglia più presentare in tribunale come parte offesa e lo farà solo nel caso venga accompagnato coattivamente.

“Ho necessità di tornare ad una vita normale, fatta di lavoro e famiglia, le delusioni della magistratura, ogni uno di noi le interpreta come vuole, io dopo aver letto in lungo ed in largo le ultime vicende giudiziarie che hanno coinvolto buona parte del mondo giuridico, mi riferisco al caso Palamara ed al CSM, non ho più fiducia, anzi ho paura e perplessità su come potrebbero essere trattate le questioni”, affermava l’imprenditore di Trinità D’Agultu.