“Di nessun atto di favore, tanto meno indebito o non legittimo, è mai risultata beneficiaria la Caritas diocesana di Ozieri, la quale ha sempre percepito l’erogazione di fondi da parte della Cei, della Regione Sardegna e di altri Enti cui ha reso e rende conto del proprio operato, di cui può dimostrare la regolarità e correttezza documentale e qualsiasi tempo, in particolare attestando di non aver mai impiegato un solo centesimo ai risorse per finalità diverse da quelle umanitarie e caritatevoli”. Lo scrive in una lunga lettera il vescovo di Ozieri monsignor Corrado Melis, che indirizza la missiva al cardinal Angelo Becciu dopo l’indagine del Vaticano sui fondi destinati alla Caritas diocesana.

Il vescovo di Ozieri, Corrado Melis, non ha mai avuto “la lontana percezione – e ciò rappresenta in termini assoluti e non controvertibili – di intenzioni o finalità indebite da parte dei propri collaboratori, quali la cooperativa Spes, alla quale, viceversa, dà atto di notevole capacità operativa e realizzazione degli scopi benefici in ausilio dell’opera prestata dalla Caritas diocesana”. Lo scrive l’alto prelato nella lettera inviata al card. Angelo Becciu, al centro di un’indagine del Vaticano per peculato che coinvolge la Caritas diocesana con la quale collabora la coop gestita dal fratello del cardinale, Tonino. Mons. Melis “assicura a Sua Eminenza Reverendissima e alle Autorità vaticane procedenti, la propria immediata disponibilità a documentare e attestare” le proprie dichiarazioni contenute nella lettera.

“La precisa e costante rendicontazione delle somme percepite dalla Caritas diocesana è tale da non lasciare spazio a dubbi circa la reale destinazione dei fondi, depositati in due diversi conti correnti nei quali confluiscono sia le donazioni dell’8 per mille, sia gli importi di volta in volta amministrati per finanziare progetti e intervenire nelle situazioni più critiche di povertà e mancanza di lavoro – spiega ancora il vescovo – in uno dei detti conti è, peraltro, confluita un’erogazione di 100mila euro, risalente al 2017 veniente dalla Segreteria di Stato della Città del Vaticano, inizialmente destinata alle situazioni di povertà, comunque assolte attraverso l’impegno di altre risorse.”. Monsignor Melis chiarisce poi che la somma è stata “più opportunamente impiegata – dopo una serie di riflessioni finalizzate a prospettare benefici soprattutto alle fasce più deboli – a finanziare un ampio e articolato progetto di natura solidale, la cittadella della solidarietà – per la realizzazione del quale, tuttavia, è risultato poi necessario un maggiore importo trattandosi di intervento complesso, anche edilizio”.

“E’ per tale ragione – precisa – che la somma di 100mila euro, che risulta depositata così come era all’origine, non è stata ancora utilizzata giacché in attesa del raggiungimento di un importo maggiore indispensabile per il finanziamento complessivo del progetto”.