Si chiuderà domani l’udienza preliminare davanti al giudice Ermengarda Ferrarese che dovrà decidere sul rinvio a giudizio di Roberto Gariazzo e Paolo Gaspari, due degli 11 indagati dell’inchiesta della procura di Cagliari sulla costruzione del super carcere di Uta. Nove degli 11 indagati sono già stati rinviati a giudizio e dovranno comparire davanti alla seconda sezione del tribunale di Cagliari, presieduta dal giudice Giovanni Massidda, il prossimo 12 ottobre. Due erano stati stralciati per difetto di notifica e domani si presenteranno davanti al Gup.

Per il pubblico ministero Emanuele Secci i circa 80 milioni di euro sborsati dallo Stato per la costruzione dell’istituto di pena celerebbero un peculato da 20 milioni, visto che i lavori complessivamente secondo una stima degli inquirenti sarebbero stati gonfiati rispetto ai 60 milioni di opere realizzate. Sono così finiti indagati impresari, tecnici, collaudatori e massimi dirigenti pubblici che hanno lavorato per anni alla costruzione del nuovo penitenziario. Ad ottobre andranno a processo i fratelli Giovanni e Carlo Guglielmi, 64 e 60 di Latina, rispettivamente Provveditore delle opere pubbliche per Lazio, Abruzzo e Sardegna nel 2009-2010 e responsabile unico del procedimento dal 2010 al 2011, quindi dirigente del Provveditorato delle opere pubbliche di Cagliari. E’ già stato rinviato a giudizio Alessandro Gariazzo, fratello di Roberto Gariazzo.

Sono loro i vertici della società “Opere pubbliche” che nel 2005 iniziò la costruzione a Uta del carcere che ha sostituito lo storico istituto di Buoncammino, a Cagliari. Cadute le accuse per prescrizione per Francesco Fazi (68 anni, di Treviso), mentre dovranno presentarsi il 12 ottobre in tribunale per l’avvio del dibattimento anche i sardi Mariella Mereu e Maria Grazia Carta (67 e 40), Walter Quarto (53), Pierluigi Sanna (61), Antonio Porcheddu (55) e il romano Vincenzo Pozzi (70), indicati tra i tecnici d’impresa, responsabili di procedimento, direttori dei lavori, progettisti e appartenenti alla commissione di collaudo.