La costituzione di un team dedicato (Team Appoggi), composto da sei medici (2 di Medicina interna, 1 di Lungodegenza e 1 di Geriatria del Santissima Annunziata, quindi 1 di Clinica medica e 1 di Patologia medica delle cliniche di viale San Pietro), ha l’obiettivo di ottimizzare le risorse umane del Dipartimento medico per attenuare e superare le difficoltà dell’alto numero dei ricoveri nelle strutture a vocazione internistica quindi aumentare il grado di sicurezza e soddisfazione dei pazienti e degli operatori sanitari.Parte da qui la risposta dell’Aou di Sassari alla nota dei sindacati medici che, in questi giorni, è apparsa sui quotidiani locali.

Il progetto sperimentale approvato dalla direzione dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari il 1° ottobre scorso, con deliberazione numero 493, punta a ottimizzare la gestione dei pazienti del dipartimento medico ricoverati nei “letti appoggio”.Il progetto avrà la durata di tre mesi, da ottobre sino a dicembre, e consentirà di ricoverare i pazienti nei reparti delle “Stecche Bianche” dove, secondo lo studio presentato nello stesso progetto, quotidianamente è allocato l’80 per cento dei posti liberi.A dare una spiegazione delle scelte e del progetto è lo stesso estensore, Francesco Bandiera, direttore della Medicina interna e direttore del Dipartimento Medico dell’Aou che racchiude le strutture complesse di Medicina interna, Clinica Medica, Malattie infettive, Lungodegenza quindi le strutture semplici dipartimentali di Geriatria, Patologia medica e day hospital di area medica.Il ricovero “fuori reparto”, detto anche “appoggio”, si configura quando, per mancanza di posti letto nel reparto di competenza, il Pronto soccorso invia il paziente in altro reparto con posto letto libero. In tal caso la gestione clinica è in carico al reparto di “competenza” e l’assistenza infermieristica e di supporto al reparto di “assistenza ” che ospita il degente.

«La necessità di utilizzare  “letti in appoggio” – afferma Francesco Bandiera – è la risposta che in tutta Italia viene data al fenomeno del persistente sovraffollamento dei reparti ospedalieri. Il fenomeno qui da noi si è accentuato con la centralizzazione dei pazienti negli ospedali dell’Aou di Sassari.«Come i sindacati sanno bene – prosegue Bandiera – si tratta di una condizione che, nata come emergenziale, è diventata routinaria e necessita di una risposta tempestiva perché tenderà ad aggravarsi nella stagione invernale».«Le criticità sottolineate dai sindacalisti – afferma ancora – “quando passano ai raggi X il progetto” sono errate perché si riferiscono a evidenze scientifiche descritte in letteratura che non prevedono un apposito team dedicato».

In definitiva gli esiti negativi, come il prolungamento della degenza, l’aumento non costante della mortalità, la scarsa soddisfazione di pazienti e operatori, si verificano quando i pazienti in appoggio non  sono assistiti da medici specificamente dedicati a questo ruolo.

Il progetto dell’Aou di Sassari, invece, punta proprio a questo: a una gestione organizzata dei “letti in appoggi”.«La natura sperimentale del progetto – afferma ancora Bandiera – consentirà di monitorare l’andamento della nostra azione e apportare le necessarie correzioni migliorative. Questo ci consentirà di puntare anche a un eventuale incremento del numero dei medici che compongono il “Team Appoggi”».«È chiaro che le riforme strutturali sono auspicabili e indispensabili ma non potranno dare una soluzione nel breve-medio termine. Per questo non possiamo farci trovare impreparati», chiude Bandiera.Per una migliore gestione dei posti letto, inoltre, l’Aou di Sassari, attraverso la struttura di Bed Management, ha avviato una manifestazione di interesse riservata gli infermieri dipendenti a tempo indeterminato da inserire nella stessa struttura. L’obiettivo è estendere la funzione del Bed Management h24 e garantire il monitoraggio della risorsa posto letto per le necessità di ricovero.