Il petrolio dell’Isis sarebbe arrivato in Italia, in Sardegna, nelle raffinerie della Saras a Sarroch, a dare la notizia è La Repubblica che racconta di come venticinque navi tra il 2015 e il 2016 con 12 milioni di oli minerali, siano giunte nell’area portuale della Saras.

Navi che  avrebbero consentito alla società controllata per il 40 per cento dalla famiglia Moratti di ammazzare il mercato grazie a prezzi d’acquisto molto vantaggiosi e anche frodando il fisco italiano per almeno 130 milioni di euro, mentre i terroristi di Daesh avrebbero finanziato la jihad.

Il 4 Dicembre 2015 Cagliaripad, per prima in Italia, raccontò come: “il petrolio viene venduto a un certo numero di società private, mentre la maggior parte va ad una raffineria italiana posseduta da [nome rimosso] uno dei maggiori azionisti di una società calcistica italiana, dove l’olio è raffinato ed utilizzato localmente”.

A riportare le dichiarazioni di un funzionario di una importante società petrolifera internazionale è Al Araby al Jaded  che lo ha intervistato nell’ambito di un’inchiesta sul traffico dell’oro nero tra lo Stato Islamico e Israele.

Secondo La Repubblica lo scorso 30 settembre la procura antiterrorismo sarda ha perquisito gli uffici della Saras a Cagliari e a Milano: indagati dai pm Guido Pani e Danilo Tronci i vertici dell’azienda dal Cfo Franco Balsamo al capo dell’ufficio commerciale Marco Schiavetti. Le ipotesi di reato vanno a vario titolo dal riciclaggio al falso, per finire ai reati tributari.

Ancora secondo La Repubblica, i documenti a muovere il carico è la Petraco Oil company, società con sede legale a Londra e con la sua principale filiale operativa a Lugano. Dagli atti risulta che la società ha acquistato “gli oli minerali dalla Edgwaters Falls, società delle Isole Vergini”. Che a sua volta aveva comprato il carico da un’azienda turca.

Le indagini della Guardia di Finanza hanno chiarito, sempre secondo il quotidiano,  che la Edgewater è “una società di comodo” off shore di proprietà della stessa Petraco, che il carico non è passato probabilmente mai dalla Turchia come risulta dalle bolle ma è arrivato direttamente dall’Iraq e che a gestirlo non è stato l’ente petrolifero di stato iracheno, “l’unico autorizzato dal diritto internazionale”, ma lo hanno mosso prima i curdi e poi dopo i terroristi di Daesh.

Saras, avrebbe fatto un bonifico circa 14 miliardi verso la Petraco Oil company, poi ci sarebbero bonifici verso una serie di società gemelle, compresa la Edgewaters, quella incaricata degli affari sporchi.

Sempre su La Repubblica in edicola oggi c’è anche la replica della Saras: “Il nostro comportamento è stato inappuntabile. Nessun illecito: abbiamo fornito tutta la documentazione alla magistratura, a cui ribadiamo fiducia e collaborazione”.

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