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No al concorso per i docenti in presenza in piena emergenza Covid. E via alle stabilizzazioni per chi in questi anni ha guadagnato “punti” sul campo e rischia di uscire dal giro a causa della prova nazionale. Presidi dei docenti sardi davanti alle prefetture della Sardegna.

In piazza Palazzo a Cagliari, ultimo dei sit-in in programma con circa un centinaio tra prof e maestri con megafoni, cartelli di protesta e bandiere : soltanto una delegazione dei circa cinquemila colleghi che chiedono una cattedra fissa per dire basta alle supplenze e al precariato. In campo tra gli altri Cgil, Cisl, Uil, Cobas, Gilda e tante altre sigle.

“Ciò che esigiamo – spiega Andrea De Giorgi dei Cobas – è la stabilizzazione delle migliaia di insegnanti che da anni mandano avanti la scuola italiana e hanno acquisito il titolo di studio necessari e le competenze e le esperienza sul campo. Allo stesso tempo deve essere garantita l’organizzazione di concorsi ordinari a cadenza fissa biennale per dare la possibilità di accesso all’insegnamento anche ai neolaureati”. Tra le richieste anche quella di un concorso per titoli e servizi. Paura della prova a Roma. “Primo per l’emergenza Covid che – è stato fatto notare anche durante la protesta – rischia di lasciare fiori docenti positivi o in quarantena”.

“Non è precisato – tuona Associazione Nazionale Docenti per i Diritti dei Lavoratori – da nessuna parte come saranno strutturati i quesiti. Si tratterà non di una selezione per merito né per titoli, ma per dirla alla darwiniana maniera, di una vera e propria selezione naturale: chi starà bene o non sarà in quarantena, potrà partecipare; chi per vari motivi sarà in isolamento non solo non potrà sostenere la prova, ma non potrà nemmeno recuperarla. Non sono previste prove suppletive”. Una delegazione è stata ricevuta in prefettura. Obiettivo dei docenti: fare arrivare messaggio e protesta alla ministra dell’istruzione Lucia Azzolina.