I bus di Cagliari continuano a essere nel mirino delle proteste studentesche. Il primo sciopero si è svolto qualche giorno fa, ma ora le rimostranze si spostano all’interno delle aule, dove gli studenti cagliaritani lamentano l’obbligo di rispettare le distanze di sicurezza solo tra i banchi e non sui mezzi di trasporto, che stanno diventando luoghi “a rischio”.

Così, a seguito anche della conferma da parte del Governo sulla capienza all’80% dei mezzi pubblici, in molti hanno deciso di rimanere a casa, manifestando in maniera silenziosa dopo un appello e un “referendum” tra i rappresentanti degli studenti, tutto via social.

I ragazzi, non potendo sfilare per le strade della città per il divieto di assembramenti, non sono nemmeno usciti da casa. Solo per fare un esempio al liceo classico Siotto, istituto con molti pendolari, il problema è molto sentito e almeno 16 classi hanno disertato le lezioni.

“Non è uno sciopero contro la scuola- spiega all’Ansa Raffaele Peralta, 18 anni, rappresentante d’istituto- anzi qui al Siotto ringraziamo il preside per avere preparato la scuola alla ripartenza. Il problema è che, ad esempio al Siotto, il settanta per cento degli studenti è pendolare. E ogni giorno affrontiamo situazioni a rischio per andare a scuola. Le norme anti Covid in pullman – si legge in un comunicato degli studenti – non possono essere rispettate perché non c’è spazio sufficiente”. Nel mirino anche gli assembramenti alle fermate del bus: “Servono maggiori controlli sanitari. Soprattutto più veloci”, dicono.