“Parole parole soltanto parole” questa la sintesi che bene definisce ciò che è accaduto dopo ore di dibattito ieri in Consiglio Regionale.“ Parole soltanto parole” quelle dell’assessore Nieddu e della maggioranza, che ha respinto la mozione presentata dalle minoranze sulla sanità, forte nei numeri del consiglio ma debole nel confronto e incapace di autocritica. I problemi della sanità restano tali perché non c’è volontà di affrontarli e risolverli insieme, come invece si dovrebbe in un sistema politico maturo dove nel rispetto dei ruoli ci si confronta e ci si incontra nell’interesse dei Sardi.

“Noi democratici ci abbiamo provato anche ieri, con tutta l’opposizione. Abbiamo evidenziato criticità gravi nella gestione dell’emergenza covid -19, in quella delle liste d’attesa, nella difficoltà a fare i tamponi, nella mancanza di comunicazione persino ai sindaci, nello stato di crisi generale. La risposta della maggioranza è stata un esercizio di negazione tale da far pensare che taluni consiglieri di maggioranza e assessore vivano in un’altra dimensione, parallela, appunto”.

E allora il refrain stonato è sempre lo stesso: “non è colpa nostra ma del covid-19, non lo abbiamo fatto noi”, e così di seguito: “i sindacati che denunciano i rischi per i lavoratori e per i pazienti fanno allarmismo, i sindaci fanno chiasso e strumentalizzano”.

Questo costante scaricabarile ora sul governo centrale, ora su chi governava la regione, sempre su altri e su altro insieme all’incapacità di tenere le fila una situazione così complessa e delicata, in cui è a rischio la salute dei singoli, cittadini e operatori e la stessa offerta sanitaria del sistema regionale, preoccupa per il presente e il futuro.

Cosa possiamo aspettarci da un assessore che non risponde alle interrogazioni  e che davanti a tutte le mozioni presentate già mesi fa, sostiene   seraficamente che : “La mozione è stata richiesta quando ancora la situazione non era di emergenza. Non volevo sfuggire al dibattito. Non potevo essere presente. Qualcuno sui giornali mi ha accusato di essere un criminale per aver varato la riforma sanitaria: sono lo stesso che ha gestito la prima fase pandemica“.

Come se i sardi potessero dimenticarsela, la gestione della prima fase pandemica, dimenticarsi che è arrivata la cavalleria  dei medici dell’esercito a dare manforte mentre a Sassari, Nuoro e Olbia succedeva il disastro.

E parliamone poi della vostra riforma sanitaria, un accrocchio per soddisfare la bulimia di potere della maggioranza e che non è certo fatta per i cittadini, poco interessati a questioni di Asl, di nomine e  di direttori, ma molto sensibili invece al destino dei propri centri di cura sul territorio. Basta pensare alla questione scorporo del Microcitemico dal Brotzu, o quanto accaduto a Nuoro con la sollevazione popolare a difesa del reparto di oncologia del San Francesco, o ai comitati spontanei si Oristano e Alghero, alla carenza di pediatri nel centro Sardegna piuttosto che a Sassari dove i genitori portano i propri bambini a visita al PS. Senza tacere della emergenza del Medio Campidano, di un ospedale assediato dai contagi e con strutture del tutto insufficienti con malati cronici e indigenti, costretti alle visite e alle analisi a pagamento.

Caro Assessore, non siamo soliti noi, come volete far credere, ad attaccare strumentalmente e glielo abbiamo dimostrato più e più volte con il nostro atteggiamento serio e responsabile  che in gioco non ci sono i destini politici  suo, mio o di noi consiglieri, ma la salute, la vita o la morte dei nostri concittadini. Dovere della politica è risolvere i problemi, non crearli o lasciarli crescere a dismisura come sta accadendo. Li risolva i problemi, anche ascoltando le nostre proposte, quelle dei sindaci e dei pazienti e sapremo riconoscerglielo, negare addirittura che esistano non è scusabile in alcun modo.