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“Oggi ci troviamo ad essere, obbligatoriamente, spettatori passivi di un rovinoso evento qual è la pandemia che ha invaso il mondo”. Lo scrive il Segretario provinciale Fials, Giampaolo Cugliara con un comunicato.

“Noi crediamo che ancora prima di combattere il Covid ci deve essere permesso di combattere il termine passivo con cui ci vorrebbero vestire, per non parlare, non raccontare ciò che vediamo ciò che accade dietro la maschera del COVID”, scrive Cugliara, che continua: “io, Giampaolo Cugliara, ho deciso di parlare, divenendo in questo modo oggetto di persecuzione da parte di coloro che forse riconoscono nel loro operato qualche distrazione, da nascondere e non rivelare”.

“Pertanto chiedo – prosegue la nota – si possono organizzare ospedali Covid senza prevedere gli spazi per il distanziamento dei pazienti e le zone grigie così come definito dalla Circolare n. 0011254 del 29.05.2020 del Ministero della Salute? Tale omissione può essere comparata al venir meno delle dovute azioni di prevenzione? Ossia, quelle azioni che evitano la nascita di nuovi focolai Covid 19, come è avvenuto all’Ospedale Marino, dove i pazienti a rischio, ricoverati, in attesa dell’esito del tampone non sono stati accolti in zone separate rispetto a quelle in cui venivano ospitati gli altri pazienti, ma sono stati inseriti nei reparti, incuranti di ciò che sarebbe potuto accadere e che purtroppo è accaduto…operatori dell’assistenza e pazienti sono ora Covid Positivi e il contagio è avvenuto in un luogo che avrebbe dovuto offrire cura”.

“Si sarebbe potuto evitare?” si domanda il Segretario provinciale “Chi avrebbe dovuto vigilare? Ma non è tutto, al Marino le Sale Operatorie parrebbe non abbiano i requisiti minimi di sicurezza per pazienti e operatori, viene riferito che le scialitiche non funzionano, il pavimento presenta dei buchi e distacchi del rivestimento della superficie di calpestio, condizioni che divengono facili ricettacoli di virus, batteri e fonte di infortuni (per es. rischio di traumi per cadute Accidentali). Purtroppo il Santissima Trinità non fa eccezione anzi, oltre ad essere assenti le zone grigie e gli spazi per il mantenimento della distanza di sicurezza nel Pronto Soccorso, nei reparti non sono stati previsti percorsi separati per il materiale pulito/sporco tali da ridurre al massimo l’esposizione di operatori e ambienti ad eventuali contaminazioni; In ultimo, è paradossale il fatto che una operatrice sanitaria con sospetto di Covid sia stata tamponata il 16 ottobre e lasciata in servizio fino a quando ha ottenuto il referto, che ahimè ha sancito la positività”.

Quindi “la domanda è legittima, quanto inquietante, se qualche altro lavoratore risultasse positivo, anche questa volta si direbbe che il contagio è avvenuto in un contesto non lavorativo?
Ancora una volta chiedo, si sarebbe potuto evitare? Chi avrebbe dovuto vigilare?”, conclude la nota.